Dal Patriot Act al Freedom Act. Bush e Obama, così diversi, così uguali
Da lunedì, il Freedom Act è legge. Rimossi, i punti più controversi della legge antiterrorismo fatta approvare da Bush, dopo gli abusi portati alla luce da Snowden. Ma prima di lunedì, come si è comportato Obama sulla questione? Tanto diversamente dal suo criticatissimo predecessore?
WASHINGTON – Lo ha annunciato con un tweet dal suo nuovo account Potus: il Freedom Act è legge. Ma Barack Obama, sulla questione, ha rischiato di giocarsi la credibilità. Perché quando nel 2009 e nel 2011 riautorizzò i più controversi provvedimenti previsti dalla legge anti-terrorismo introdotta all’indomani dell’11 settembre, ci si chiese che differenza ci fosse con il tanto criticato «pugno duro», considerato letale per i diritti dei cittadini, del predecessore George W. Bush.
Cosa cambia con il Freedom Act
A posteriori, ci si chiede perché Obama abbia atteso tutto questo tempo per modificare il Patriot Act, visto che, pare, la sicurezza è salva. The Guardian sottolinea infatti come sia ancora impossibile «chiamare terroristi dal proprio telefono», perché la maggior parte della legge voluta da Bush è rimasta com’era. Il governo americano continua ad avere a disposizione una vasta gamma di utilissimi mezzi per tenere d’occhio i terroristi; semplicemente, non sarà più legale la raccolta da parte della Nsa di miliardi di dati telefonici, quali frequenza, data e durata delle chiamate, i cosiddetti «metadata». In compenso, le compagnie telefoniche potranno consegnare agli investigatori americani i dati (di specifici sospetti) solo dopo la richiesta di una corte.
Obama e Bush, trova le differenze
Sempre guardandola a posteriori, il Freedom Act pare una risposta allo scandalo scoperchiato da Edward Snowden, in merito alle numerose violazioni compiute dalla Nsa «in nome del popolo americano». Ma prima di tutto ciò, qual era la posizione di Obama? The Guardian, nel tentativo di dimostrare come, fino allo scorso lunedì, poco fosse cambiato da Bush al suo successore democratico, ha proposto un divertente test ai suoi lettori, incitandoli ad attribuire all’amministrazione di Obama o a quella del suo predecessore alcune frasi riferite al rinnovo del Patriot Act. «Corriamo il rischio di essere meno sicuri. Penso che perderemmo misure importanti. [...] Temo che il popolo americano sarà meno protetto a causa dell’estinzione di questi provvedimenti»: chi attribuirebbe una tale arringa a favore della riconferma dell’intero Patriot Act all’amministrazione Obama? Eppure, così stanno le cose.
La paranoia del controllo fu anche di Obama
Non solo: secondo PolitiFact.com, Obama ha di fatto sempre sostenuto la necessità di incrementare i controlli per prevenire il terrorismo. E pur non introducendo nuove misure nell’atto di rinnovare il Patriot Act, il presidente ha comunque favorito la loro aggiunta nella legislazione statunitense: si tratterebbe, in particolare, dei provvedimenti previsti nella proposta di legge, mai passata, del senatore Leahy, che intendeva rafforzare le misure del Patriot Act nel 2009. Ebbene, tali provvedimenti – non inclusi nel Patriot Act – sono stati comunque adottati dal Dipartimento di Giustizia americano. Così, il Freedom Act giunge dopo anni di politiche fondamentalmente coerenti con quelle del predecessore Bush, che pure fu più volte accusato dai Democratici di calpestare diritti fondamentali in nome di una mania di controllo che poco aveva a che fare con la prevenzione del terrorismo. Insomma, è il caso di dirlo: ci voleva Snowden.
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