20 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Ambizione, coraggio, contraddizione già nelle pagine dei suoi grandi autori

Russia, cosa la letteratura può insegnarci del mondo di Putin

La Russia di Putin vista da Occidente appare sempre più come un mondo incomprensibile, a maggior ragione ora che il dialogo sembra tanto difficile. Ma i suoi autori più grandi, come Gogol, Dostoyevsky, Tolstoy, Sol¸enicyn, possono ancora insegnarci qualcosa in proposito...

MOSCA – Propaggine europea verso l’Asia, preziosa alleata e pericolosa nemica, la Russia ci appare quasi un mondo misterioso, soprattutto ora che gli equilibri mondiali sembrano spingerla sempre più ad Est. Eppure, più esplicative dei report della Cia possono venirci in soccorso le pagine della sua illustre letteratura. Grazie a quel potere fortemente empatico che solo le lettere possiedono, Gogol, Dostoyevsky, Tolstoy, Sol¸enicyn hanno rappresentato magistralmente, ognuno a proprio modo, la sfaccettata natura dello spirito «russo»: spirito che Vladimir Putin ha la «missione» di incarnare. L’intuizione viene da James Stavridis, ammiraglio in pensione della Marina militare americana, non a caso rappresentante dell’«altro fronte» per eccellenza: quello che, oggi più che mai, sembra fare tanta fatica a inquadrare la sfuggente Russia.

Astuta e contraddittoria
Iniziamo con Anime morte di Gogol, prima parte di un ipotetico poema dantesco mai concluso sulla Russia. La componente «infernale» è ben presente nell’opera, che descrive satiricamente la dimensione più bassa e opportunista del Paese, ma anche quella più astuta e anticonvenzionale. Gogol ritrae una nazione sgangherata, abitata da figure grottesche, contraddittorie e ciniche, che rimandano almeno a un aspetto della Russia odierna, e del suo inimitabile leader. Un leader che non arretra – lo abbiamo visto – neppure di fronte agli orsi polari.

Coraggiosa, capace di cavarsela sempre e comunque
Continuiamo con Tolstoy. Guerra e Pace ci parla dell’abilità e del patriottismo russi sui campi di battaglia. La Russia è impossibile da espugnare, anche da Napoleone in persona; e se pure Mosca finirà per bruciare, i suoi difensori non si arrenderanno. Grandi sono i suoi leader: da Ivan il Terribile fino a Pietro il Grande; e Putin sembra ben proseguire la tradizione. D’altra parte, il «vero russo» che mai si arrende è incarnato anche da Ivan Denisovič, protagonista del romanzo di Aleksandr Sol¸enicyn: l’uomo che se la cava sempre, superando anche le peggiori difficoltà. Un’attitudine testimoniata dai più recenti eventi: sotto i colpi delle sanzioni e della crisi, la Russia sembra essere caduta in piedi, forse più ritta di quell’Occidente che pareva avere il coltello dalla parte del manico.

Ambiziosa, fiera e patriottica
E poi c’è Dostoyevsky, con il suo Delitto e Castigo: il travaglio del protagonista, che uccide, ma poi è prostrato dal senso di colpa, riassume la natura contrastata dello spirito russo. Uno spirito che fortemente crede nella propria bontà, ma che vede anche i propri errori. Per l’esperto di cultura e letteratura russa Andrew Kaufman, Dostoyevsky credeva che Mosca fosse predestinata a guidare un impero cristiano panslavo. La Russia, agli occhi dell’autore, era la nazione più progredita spiritualmente: al punto che, nel 1881, Dostoyevsky le attribuì la missione di unificare «tutti i popoli e tutte le tribù della grande razza ariana». Ecco perché, ad avviso di Kaufman, è questo lo scrittore che meglio può guidarci nella comprensione dei caratteri della Russia moderna. Tolstoy era troppo poco nazionalista: amava l’uomo, più che il «russo». Non a caso, Putin lo cita raramente nei suoi discorsi, preferendogli invece Dostoyevsky. Il cui messaggio, ovviamente, non è sovrapponibile a quello del leader del Cremlino, ma gli offre, in alcune sue parti, un destro efficace alla sua retorica. Uno spirito complesso, contraddittorio, quello russo, che si sente destinato a raccogliere l’illustre tradizione di secoli di storia; uno spirito che, non a caso, rimane impresso nelle pagine di alcuni tra i massimi esponenti della letteratura mondiale.