28 agosto 2025
Aggiornato 08:30
Il caso EuroChem

Business con la Russia in tempo di sanzioni? Si può

Si può ancora fare business con la Russia. Anche in tempo di sanzioni. Anche per una compagnia globale come EuroChem, colosso dei fertilizzanti che investe un miliardo di dollari all'anno e che dal 2011 a oggi ha visto crescere il suo fatturato solo per l'Europa da 0,6 a poco meno di 2 miliardi di dollari.

KOVDOR (askanews) - Si può ancora fare business con la Russia. Anche in tempo di sanzioni. Anche per una compagnia globale come EuroChem, colosso dei fertilizzanti che investe un miliardo di dollari all'anno e che dal 2011 a oggi ha visto crescere il suo fatturato solo per l'Europa da 0,6 a poco meno di 2 miliardi di dollari.

Basta essere accorti e diligenti
«È possibile, certo, basta selezionare, essere molto accorti e diligenti nello scegliere i programmi: controllare prima di prendere impegni» afferma il texano Clark Bailey, direttore generale di EuroChem, a capo della divisione mineraria, in un colloquio con askanews. Bailey è parte del board della società agrochimica, con una capacità di produzione pari a 5,5 milioni di tonnellate di fertilizzanti minerali e 2,5 milioni di tonnellate di apatite concentrato.

I piani vanno avanti
Qualche intoppo magari c'è stato e ci sono stati magari dei ritardi nelle forniture di alcuni materiali, ma i piani di EuroChem per la Russia non sono affatto cambiati. Anzi vanno avanti. A Kovdor, nel Nord russo quasi sul confine con la Finlandia è stato ricostruito praticamente da zero un impianto per l'estrazione e la lavorazione dei minerali. L'investimento per il 2015 è di 65 milioni di dollari. Si trova nella regione di Murmansk, oltre il circolo Polare Artico, con macchinari capaci di lavorare sino a una temperatura di -45 gradi centigradi. E oggi il lancio di un nuovo impianto, sempre a Kovdor, che può produrre sino a 948 mila tonnellate di apatite e 130 mila tonnellate di minerali di ferro (per i quali la Cina è il mercato numero uno). Costruito proprio nell'anno delle sanzioni.

EuroChem presente in tutto il mondo
«Abbiamo ottimi rapporti con le banche» afferma Olivier Harvey, canadese, a capo del dipartimento relazioni con gli investitori. «Da Bank of America a BNP Paribas, da Merrill Lynch a Unicredit sino alle russe Sberbank e Alpha Bank». Harvey spiega che la filosofia della compagnia cambiò radicalmente con l'acquisto nel 2012 di una fabbrica in Belgio. Oggi EuroChem è presente in tutto il mondo (oltre 5 miliardi di dollari di fatturato), incrementando le estrazioni di materia prima in Russia (Kovdor) e Kazakistan (Taraz, in via di sviluppo). In particolare gli impianti di Kovdor - che askanews ha potuto visitare - avevano sofferto negli anni 90 la totale assenza di investimenti e rinnovamento. Lasciati a se stessi. Poi nel nuovo secolo, con l'ingresso di EuroChem molto è cambiato e oggi la miniera e la lavorazione sono collegati al porto di Murmansk, che grazie alla corrente del Golfo può lavorare 365 giorni all'anno poiché non ghiaccia nonostante si trovi nell'Artico. «Tra l'altro - aggiunge Harvey - ci sono 6 minerali che nel mondo si possono trovare solo sulla penisola di Kola», ossia nella regione di Murmansk.

5 nuovi stabilimenti in Russia
In un contesto globale, tutto è collegato. In Italia lo scorso 10 aprile EuroChem Group, Maire Tecnimont e SACE hanno annunciano di aver firmato congiuntamente un Memorandum of Understanding («MoU») relativo alla realizzazione di cinque impianti di ammoniaca-urea da essere implementati in Russia, negli Stati Uniti e in Kazakistan nei prossimi dieci anni. Ieri EuroChem ha annunciato di aver trovato la location a St. John the Baptist Parish, in Lousiana, Usa. «Si tratta di un grosso progetto, tenendo conto che ogni impianto del genere costa dal miliardo al miliardo e mezzo di dollari e stiamo parlando di 5 stabilimenti», spiega una fonte. Maire Tecnimont si occuperà di design, ingegneria e costruzione, e ha già completato le attività di front ed engineering design per l'impianto di Nevinnomyssk e l'impianto di Kingisepp. Le riserve sembrano quasi infinite a Kovdor con la sua miniera, come un enorme cratere a spirale che perfora la terra. «Per ora siamo arrivati a meno 400 metri, ossia a meno 200 sotto il livello del mare. Si può arrivare sino a meno 600 e poi aprire tunnel sotterranei» dice Aleksej Danilkin, direttore tecnico. Lo spettacolo che si presenta allo sguardo è da brivido. Il terreno grigio scuro davanti allo sfondo del cielo azzurro. Intorno lavorano enormi caterpillar, macchine escavatrici dalle ruote alte quanto due uomini. Poco distante la cittadina fondata negli anni 50 proprio accanto all'enorme giacimento. Un insediamento tutto particolare che di recente ha offerto anche un episodio pittoresco che ormai i locali definiscono «il gatto di Putin». Una bimba, Veronìka, infatti, di nascosto dai genitori ha scritto al leader del Cremlino, sul sito ufficiale, chiedendo un gattino. E Vladimir Vladimirovich ha risposto, mandando un meraviglioso esemplare di Scottish Fold. «Ad andarlo a prendere a Murmansk da Kovdor (che dista 300 km) abbiamo dovuto mandare un rappresentante istituzionale» racconta una fonte locale. «La parte difficile però non è stata quella. Ma spiegarlo alla mamma di Veronìka» che forse di gatti non ne voleva sapere.