Mar Nero, mare di pace o teatro di guerra?
Nella strategia degli USA il mar Nero è considerato come centro di un vasto teatro di guerra. Il principale avversario in questo teatro di guerra è ovviamente la Russia. Ma la Russia sta dispiegando in Crimea le sue truppe e a tutte le dichiarazioni bellicose di Washington e Bruxelles risponde con calma: «Siamo pronti».
Nella strategia degli USA il mar Nero è considerato come centro di un vasto teatro di guerra. Il principale avversario in questo teatro di guerra è ovviamente la Russia. Ma la Russia sta dispiegando in Crimea le sue truppe e a tutte le dichiarazioni bellicose di Washington e Bruxelles risponde con calma: «Siamo pronti».
È così che si può riassumere l’articolo intitolato «Ucraina, Iraq e una strategia per il mar Nero», pubblicato da George Friedman, fondatore della società americana Stratfor. Le sue riflessioni sono interessanti perché la Stratfor è una società di intelligence, dove lavorano persone che nel passato hanno lavorato nei servizi segreti, nelle varie strutture statali e nei centri analitici. Ma sono interessanti anche perché Friedman riconosce apertamente che la situazione in Ucraina è vista dagli USA come una possibilità di infliggere un attacco strategico alla sicurezza nazionale della Russia.
L’articolo di Friedman conferma in sostanza quanto è stato detto dal rappresentante permanente della Russia presso la NATO Aleksandr Grushko: la NATO sta rapidamente ampliando la sua presenza nel mar Nero, cambiando così gli equilibri strategici e regionali. Lo conferma anche la linea annunciata dal nuovo Segreatario della Nato Jens Stoltenberg che ha dichiarato che la NATO parlerà con la Russia solo da una posizione di forza.
Il processo di allargamento della presenza della NATO nella regione è stato iniziato ancora prima del colpo di stato a Kiev. Già allora nel mar Nero ha cominciato a crescere il numero delle navi dei paesi che non hanno sbocco su questo mare, in primo luogo degli USA. Per intimidire Mosca, che non ha accettato il cambio di potere operato dal Maidan, gli americani hanno scelto una nave attrezzata col sistema di combattimento integrato Aegis. Il ministero della Difesa della Russia ha logicamente giudicato l’invio nel mar Nero delle navi tipo Donald Cook come intenzione degli USA di «avvicinare al massimo al territorio della Russia la componente navale del loro scudo missilistico».
Il ministero degli Esteri di Mosca regolarmente ricorda che le navi della NATO stanno violando la Convenzione di Montreux, in conformità alla quale la presenza nel nar Nero delle navi degli Stati senza sbocco sul mare non può eccedere le tre settimane. Eppure le navi degli USA spesso ignorano il diritto internazionale. Per esempio la fregata americana USS Taylor quest’anno è rimasta nel mare 10 giorni più del consentito.
Le aspirazioni della NATO nell’area del mar Nero prevedono il rafforzamento delle posizioni in Romania e Bulgaria. La Romania, che in settembre ha accettato la dislocazione delle truppe, avrà degli aerei e delle basi dell’alleanza. Al largo della Bulgaria, considerata dagli strateghi occidentali come uno strumento di pressione sulla Russia nell’ambito del progetto South Sream, dal 4 all’11 luglio sono state svolte le esercitazioni navali «Breeze-2014» cui hanno partecipato navi turche, italiane e britanniche del 2° gruppo dragamine della NATO (SNMCMG2).
Alla vigilia del referendum in Crimea Romania, Bulgaria e Stati Uniti hanno svolto esercitazioni aeree dimostrative in vicinanza delle acque territoriali dell’Ucraina. L’11 marzo in Crimea è stato abbattuto un aereo senza pilota americano. L’8 settembre nel settore Nord-Ovest del mar Nero, al largo di Odessa che ora è la base principale della marina ucraina e zona di eventuali operazioni della NATO, sono state svolte le esercitazioni «Sea Breeze».
In questo momento tutte le azioni della NATO e degli USA nella regione sono dirette contro la Russia che grazie all’adesione della Crimea è riuscita a mantenere la sua presenza nel nar Nero. Gli obiettivi di questa strategia sono palesi:
— privare la Russia dell’accesso al mar Nero e al mare Mediterraneo;
— minimizzare il ruolo della Russia in qualità grande potenza mondiale in grado di opporsi alle ambizioni imperiali di Washington, in particolare nel settore delle materie energetiche;
— trasformare definitivamente l’Ucraina in una testa di ponte per la penetrazione della NATO nel Caucaso e nel Sud della Russia.
Pertanto non deve sorprendere il fatto che il ministro della Difesa Serghey Shoygu abbia annunciato recentemente che in Crimea verrà dispiegato un raggruppamento delle forze armate della Russia.
Già adesso nelle basi di Gvardeyskoe e Kacha, in Crimea, sono dislocati bombardieri tattici Su-24, aerei da ricognizione, aerei anfibio Be-12, elicotteri da combattimento e da trasporto. Dopo la modernizzazione degli aeroporti in Crimea potranno essere dislocati anche dei caccia Su-27, aerei antisommergibile Tu-142 e Il-38, nonché elicotteri Ka-27 e Ka-29. Per garantire la difesa aerea della Crimea sarà creato un moderno sistema di difesa controaerea scaglionata. Recentemente nella penisola sono state create due nuovi reggimenti militari: un reggimento di artiglieria ed un reggimento di protezione chimica, biologica e radioattiva. In parallelo per la flotta del mar Nero sono in fase di assemblaggio i 6 nuovi sottomarini diesel-elettrici del progetto 636. Secondo alcune fonti, parte di questi sottomarini andrà a rinforzare il gruppo navale di Sebastopoli.