28 agosto 2025
Aggiornato 04:30
Parla l'ambasciatore di Mosca

«La Russia non vi lascerà al freddo»

La Russia concede sostegni extra per le compagnie energetiche russe, fiaccate dalle restrizioni occidentali. L'ambasciatore russo avverte: le sanzioni saranno un boomerang per l'economia. Intanto Poroshenko è pronto a chiudere le frontiere e il primo ministro ucraino, da New York, tuona contro Stati Uniti e UE: «L'Occidente chiuda alla Russia».

MOSCA - Il vice ministro dell'energia russo Kirill Molodtsov spiega che la Russia è intenzionata a dare un sostegno extra per le compagnie energetiche russe, fiaccate dalle misure punitive occidentali, in seguito alla crisi ucraina. Il ministero dell'energia russo, insieme con Ambiente, Sviluppo economico e Finanze pensano allo sviluppo di strumenti necessari per sostenere le compagnie petrolifere, attaccate dalle sanzioni occidentali, ponendole in una posizione "preferenziale" rispetto alle loro attività di sviluppo dei giacimenti. Quindi dalle agevolazioni fiscali a un accesso prioritario ai giacimenti. 

LE RESTRIZIONI DI EU E USA - La posizione dell'Unione europea e degli Stati Uniti è ferma al primo agosto, quando è stata sospesa la consegna di attrezzature per il lavoro di esplorazione e produzione nell'Artico e nei giacimenti della Federazione russa. A settembre sono state inasprite le sanzioni, ed è subentrato il divieto di fornitura di servizi per tali progetti. Se per l'Unione europea le restrizioni investono in modo generico il settore del gas e petrolio russo,da Washington le indicazioni sono molto più dettagliate e prevedono i destinatari specifici del divieto: Gazprom, Gazprom Neft, Rosneft, LUKOIL e Surgutneftegaz. Dal 12 settembre, con l'ultima tranche di sanzioni, l'UE ha limitato l'accesso ai mercati dei capitali nell'Unione europea per una serie di società russe, tra cui Rosneft, Transneft e Gazprom Neft.

L'AMBASCIATORE - L'ambasciatore russo in Italia, Sergej Razov, parla chiaro: se i paesi occidentali continueranno ad intensificare le sanzioni, la Russia reagirà e i provvedimenti dell'Occidente si ritorceranno contro l'economia europea. Razov è intervenuto a Torino ad un seminario sulle relazioni tra Italia e Russia, organizzato dall'associazione Conoscere Eurasia, in collaborazione con Intesa Sanpaolo e Banca Intesa Russia, affermando: «L'embargo russo sull'agroalimentare è stato una risposta, una reazione a decisioni prese» dall'Occidente, e continua: «Non siamo noi che abbiamo iniziato con le sanzioni, anzi abbiamo cercato di spiegare che le sanzioni possono rivelarsi un boomerang per l'economia europea».

NON C'E' LOGICA - "L'escalation di sanzioni nei confronti della Russia ha perso ogni base logica, e assomiglia ad un treno in discesa che procede senza freni. Se i partner occidentali continueranno con le sanzioni, non abbiamo scelta. Reagiremo" conferma l'ambasciatore di Mosca, ricordando che persino durante la guerra fredda tra Italia e Russia c'erano floridi rapporti commerciali. Razov si è detto fiducioso che la diplomazia «prima o poi aggiustera le cose», e conclude sempre sulle sull'onda delle sanzioni «i rapporti bilaterali con la Cina hanno trovato un nuovo impulso nel settore tecnologico e industriale».

POROSHENKO: CHIUDIAMO LA FRONTIERA - Intanto le notizie che arrivano dall'Ucraina sono tutt'altro che entusiasmanti: secondo il decreto presidenziale pubblicato oggi, Poroshenko avrebbe ordinato al governo di preparare eventuali chiusure temporanee lungo i 2.300 chilometri di frontiera con la Russia. Ad essere chiusi potranno essere i confini terrestri come quelli marittimi, compreso l'attraversamento a piedi della frontiera. Il testo del decreto motiva la decisione gettando la colpa sulla «continua ingerenza della Federazione russa negli affari interni dell'Ucraina».

UCRAINA: OCCIDENTE CHIUDA ALLA RUSSIA - Da New York, il primo ministro ucraino, Arseni Yatseniuk, davanti all'Assemblea generale dell'Onu, ha denunciato ancora una volta «l'invasione» russa nell'Est del Paese e ha esortato ieri l'Occidente a non revocare le sanzioni disposte nei confronti della Russia finché il suo Paese non riavrà indietro i territori persi: «Chiediamo ai nostri partner di non revocare le sanzioni fino a quando l'Ucraina non avrà ritrovato il controllo dell'integrità del suo territorio». 

OBAMA: SE RUSSIA VERSO PACE, VIA LE SANZIONI - Solo qualche ora prima, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, aveva annunciato nella stessa sede Onu che gli Occidentali revocheranno le sanzioni se la Russia sceglierà «la strada della diplomazia e della pace». Anche il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha auspicato che l'Unione Europea inizi «molto velocemente» il percorso che porterà alla revoca delle sanzioni contro la Russia per la crisi in Ucraina. Ma il commento di Yatseniuk arriva deciso: «Noi non crediamo più alle parole, crediamo solo ai fatti e alle azioni», e continua chiedendo alla Russia di «conformarsi ai suoi obblighi internazionali e di rispettare i dodici punti dell'accordo di cessate il fuoco» concluso a Minsk il 20 settembre.