Obama porta il mondo alla «guerra fredda»?
Le nuove sanzioni contro la Russia comportano che il mondo sta entrando in una nuova guerra fredda? Questa è stata la prima domanda posta al Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, dopo il suo annuncio del il 29 luglio riguardante una serie di nuove restrizioni contro l'economia russa.
Le nuove sanzioni contro la Russia comportano che il mondo sta entrando in una nuova guerra fredda? Questa è stata la prima domanda posta al Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, dopo il suo annuncio del il 29 luglio riguardante una serie di nuove restrizioni contro l'economia russa.
"No, ha detto il Presidente, non è una nuova guerra fredda. E' una situazione particolare...". Come dicono gli inglesi, "Non credere a nulla finché non senti una smentita ufficiale."
A proposito del Nobel per la Pace a Barack Obama, datogli anticipatamente nel 2009, è stato già dimenticato da tanto come su un'assurdità storica. Tutti i Paesi che attivamente sono stati sottoposti alla politica di Washington durante «il turno di Obama» ora o sono in fiamme e hanno perso del tutto o in parte la loro sovranità (come Ucraina, Libia e Iraq), o sono in uno stato di guerra civile (Siria), o sono vicinissimi a entrambe le varianti suddette (Afghanistan).
Essendo proprio Washington il promotore delle assurde accuse, peraltro senza prove, riguardanti l’"aggressione" della Russia contro l'Ucraina e le sanzioni contro Mosca, la conclusione su chi mette il mondo in uno stato di "guerra fredda" è inequivocabile.
Il capo della commissione della Duma per gli affari esteri Aleksej Pushkov su Twitter ha scritto proprio così. "Il Presidente Barack Obama non sarà ricordato come un pacificatore, ma come il Presidente che ha iniziato una nuova "guerra fredda". Le sue azioni infiammano nuovi scontri, sia locali che globali».
Proprio in questa serie ricadono i tentativi americani di "dar colpa" alla Russia della tragedia del Boing 777 della Malesia e le accuse mosse alla Russia di violare il Trattato INF del 1987, dice il presidente dell'Accademia dei problemi geopolitici Konstantin Sivkov. L’sperto russo della Difesa contraerea è sicuro che nessun sistema missilistico "Buk M1" (che i miliziani non hanno) poteva abbattere l'aereo di linea malese:
La prima caratteristica distintiva nell’utilizzo di questo missile è che dopo il lancio la traccia di inversione resta in aria circa 10 minuti. Ma nel cielo terso del tragitto nessuno ha visto tale traccia. Chiaramente l’aereo è stato abbattuto da un caccia. Anche con la più grande immaginazione nessuno dice che la milizia a est ha una propria aviazione.
Konstantin Sivkov, ex dipendente dello Stato Maggiore delle Forze Armate russe, definisce proprio come sporche le accusa mosse contro Mosca per aver violato i termini del Trattato sulle forze nucleari a medio raggio del 1987. La Russia davvero sta modernizzando i missili a medio e corto raggio. Solo che si tratta di missili per i sottomarini che secondo i termini del Trattato non sono contemplati, ha detto Konstantin Sivkov:
I voli dei missili modernizzati, naturalmente, si testano da basi terrestri. Nessuno piazzerebbe tali missili sui sottomarini prima dei test terrestri: c'è un rischio troppo grande di distruggere la nave. Allo stesso modo gli Stati Uniti, con le installazioni di terra conducono test di lancio del nuovo "Hatchet". E conoscono benissimo che non ci sono infrastrutture terrestri di missili INF in Russia.
Gli Stati Uniti in realtà hanno imposto la loro politica in Europa e siamo molto vicini ad una nuova fase della "guerra fredda", dice il Direttore del Centro per la sicurezza europea dell'Istituto d’Europa, Dmitry Danilov. L'unico problema è che l'uscita di questa fase sembra molto più incerta che negli anni '90 del secolo scorso. Si possono contare i costi economici delle sanzioni e per le imprese in Europa e Russia, ma le cose sono molto più gravi. Stiamo parlando di un riorientamento geo-strategico di intere regioni, ha detto Dmitry Danilov:
Si tratta di un riorientamento strategico della Russia e dell'Europa. Ciò che noi chiamiamo la "scelta europea della Russia" è ora messa in discussione. Stiamo parlando del fatto che la Russia è costretta a cercare non altre opportunità (per il proprio sviluppo), ma alternative. L’Europa si trova lungo il percorso che ha scelto, o è stato imposto ad essa, ossia di perdere la Russia come partner strategico.
Naturalmente, non siamo entrati pienamente nel nuovo stato di "guerra fredda", anche se siamo molto vicini, ritiene un altro famoso analista russo, professore dell'Accademia Russa Nazionale dell'Economia e della Pubblica Amministrazione sotto la Presidenza della Federazione Russa Vladimir Stohl. Mosca dovrebbe definire chiaramente la propria "linea rossa", superata la quale porterebbe non alla "guerra fredda", ma a qualcosa di più pericoloso. Questa linea è data dall’adesione dell'Ucraina alla NATO, ha detto Vladimir Stohl:
La goccia che farebbe traboccare il vaso può essere la presenza di truppe NATO nel territorio dell'Ucraina. Se noi, a nostro tempo, abbiamo reagito abbastanza fiaccamente alle prime adesione alla NATO dei Paesi del Patto di Varsavia e poi alcune delle repubbliche sovietiche, oggi (l'adesione dell'Ucraina o la presenza della truppe della NATO sul suo territorio) definirà questa "linea rossa", prima della quale è ancora possibile la continuità nelle normali relazioni.
Barack Obama ha detto in una conferenza stampa il 29 luglio che gli Stati Uniti non considerano la possibilità di fornire assistenza militare all’Ucraina con forniture di armi ed equipaggiamento. Al momento. In tal modo, forse, c'è tempo per impedire una nuova "guerra fredda".