Siria, gli ossevatori ONU lasciano Aleppo
Lo ha riferito una fonte dell'Onu precisando che la ventina di osservatori con base ad Aleppo sono stati trasferiti nel fine settimana a Damasco, dove si trova il quartiere generale della Misnus. L'Arcivescovo melchita di Aleppo: Jihadisti anche dal Belgio. Assalto a monastero Mar Musa, movente non sarebbe politico
NEW YORK - Gli osservatori della Missione delle Nazioni Unite in Siria presenti ad Aleppo hanno lasciato la città del nord della Siria a causa delle violenze dei combattimenti. Lo ha riferito una fonte dell'Onu precisando che la ventina di osservatori con base ad Aleppo sono stati trasferiti nel fine settimana a Damasco, dove si trova il quartiere generale della Misnus.
Ieri, il premier siriano Riad Hijab ha voltato le spalle al presidente Bashar al Assad per unirsi all'opposizione, diventando la più alta carica civile ad abbandonare il regime siriano dall'inizio della rivolta, nel marzo 2011.
L'ormai ex premier siriano ha raggiunto ieri la Giordania, da dove ha spiegato di essersi unito «alla rivoluzione per la libertà e la dignità» alla luce dei «crimini di guerra e del genocidio» commessi dal regime, smentendo così la notizia di un sua rimozione da parte del presidente, come riferito dalla televisione di Stato siriana.
Sul terreno, le forze armate hanno bombardato la principale roccaforte dei ribelli ad Aleppo, mentre a Damasco è stato messo a segno un attentato alla televisione di Stato, principale strumento di propaganda del regime. Complessivamente sono 91 le persone rimaste uccise ieri in tutto il Paese, tra cui 57 civili.
L'Arcivescovo melchita di Aleppo: Jihadisti anche dal Belgio - «Abbiamo paura che anche ad Aleppo accada ciò che è successo ad Homs dove i quartieri abitati dai cristiani sono diventati teatro di scontri violenti costringendo i nostri fedeli a fuggire. I ribelli che combattono contro l'esercito di Assad - aggiunge l'arcivescovo greco-melkita - non sono tutti siriani, ma vengono da Egitto, Giordania, Libia, Turchia ed anche dall'Europa. Jiadisti - rivela - sono arrivati anche dal Belgio». Lo ha detto mons. Jean-Clement Jeanbart, arcivescovo greco-melkita di Aleppo, in un'intervista al 'Servizio informazione religiosa' (Sir).
Assalto a monastero Mar Musa, movente non sarebbe politico - Non sarebbe di natura politica o religiosa l'assalto avvenuto ieri al monastero siriano di Mar Musa, secondo gli stessi monaci che vi abitano, ma dovuto a criminalità ordinaria.
La comunità è stata fondata dal gesuita Paolo Dall'Oglio, espulso in giugno dalla Siria già divenuta teatro di una guerra civile. Una ventina di uomini armati e a volto coperto ha fatto irruzione ieri in un terreno vicino all'antico monastero, rubando tutte le capre e i macchinari agricoli della comunità. Durante il furto del gregge i banditi hanno trattenuto due pastori che collaborano con i monaci, ma dopo alcune ore li hanno liberati. Nessun membro della comunità è stato aggredito. Già lo scorso febbraio uomini incappucciati avevano perlustrato il monastero, ma senza immediate conseguenze per i monaci e le monache, impegnati nel dialogo ecumenico e con l'islam e che vivono completamente disarmati.
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