23 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Oggi 50 morti

Siria, si combatte per le strade di Damasco

Il portavoce del consiglio militare dei ribelli per la regione di Damasco ha detto all'Afp che il quartiere di Midane, vicino al centro, e quello di Al Tamadun, entrambi ostili al presidente siriano, sono ormai controllati dagli insorti

DAMASCO - Diversi settori di Damasco sono stati teatro oggi di violenti scontri tra le forze del presidente Bashar al Assad e i ribelli, e questi ultimi hanno detto di aver preso il controllo di due quartieri della capitale. Il portavoce del consiglio militare dei ribelli per la regione di Damasco ha detto all'Afp che il quartiere di Midane, vicino al centro, e quello di Al Tamadun, entrambi ostili al presidente siriano, sono ormai controllati dagli insorti.

LE AUTORITÀ NON RILASCIANO COMMENTI - Due civili e due ribelli sono morti negli scontri in questi due quartieri, secondo un bilancio dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, Ong vicina all'opposizione con sede in Gran Bretagna. L'Afp non è in grado di verificare queste informazioni, mentre le autorità siriane non hanno rilasciato commenti. Gli attivisti anti-Assad dei Comitati locali di coordinamento hanno invece detto che 50 persone sono state uccise oggi dalle forze regolari in tutto il paese.

L'ESERCITO BOMBARDA DALL'ESTERNO - I combattimenti nella capitale hanno avuto luogo a Khaled ben el-Walid, una grande arteria che collega il quartiere ribelle di Midane al centro della capitale, e a Aassali, nel sud, a Barzé (nord est), a Qabun e a Jobar (est) e a Kafar Susi (ovest). «L'esercito non è più presente nei quartieri di Al Tamadun e di Midane. Bombarda dall'esterno», ha detto Ahmad al-Khatib, portavoce del consiglio militare dell'Esercito siriano libero per la regione di Damasco.
«Il regime si mantiene sulla difensiva. Ci sono molti combattenti dell'Esercito siriano libero che sono venuti dalle province limitrofe» nei quartieri ribelli della capitale, ha aggiunto il portavoce. «Midane è sotto il nostro controllo. Questo è l'inizio della fine», ha affermato a sua volta un militante a Al Tamadum, identificato con il nome di Jacon Hussein.