5 maggio 2024
Aggiornato 08:00
Rivolta in Siria

Latakia assediata, almeno 21 i morti

Le Ong chiedono la liberazione di Rihaoui, presidente della Lega dei diritti dell'uomo. Obama a Cameron: «Mettere fine al bagno di sangue»

NICOSIA - E' una città ormai sotto assedio da ieri, Latakia, nella morsa di navi da guerra e carri armati dispiegati dal presidente siriano Bashar al-Assad, che intende punire le massicce manifestazioni contro il regime organizzate negli ultimi giorni.
Sarebbero almeno 21 i civili morti nella città sulla costa occidentale siriana, secondo l'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo (Osdh): «Almeno 21 civili sono stati uccisi e decine d'altri sono stati feriti, molti in maniera grave, nel quartiere di al-Raml al-Jounoubi». Tra le vittime, ci sarebbero anche dei palestinesi: il quartiere, infatti, ospita il campo d'al Ramal, dove vive una folta comunità.
«Navi da guerra hanno attaccato Latakia e alcune esplosioni sono state avvertite in vari quartieri» ha poi fatto sapere l'Osservatorio. Inoltre, «esplosioni e spari sono stati sentiti nel quartiere di Slaibé»; le forze di sicurezza hanno usato i lanciamissili nel quartiere al-Sakenturi e un bambino è stato ferito a Bustan Saydawi, ha aggiunto l'Osdh. Ieri, due civili erano già stati uccisi, in una giornata caratterizzata dalla fuga di tanti residenti, spaventati dall'arrivo dei blindati.

Liberare Rihaoui - Intanto, sei Ong che operano per la difesa dei diritti dell'uomo hanno chiesto, con un comunicato, la liberazione «immediata» di Abdel Karim Rihaoui, il presidente della Lega siriana per i diritti dell'uomo e preziosa fonte per i media stranieri, arrestato l'11 agosto in un caffé di Damasco.
Dall'inizio delle contestazioni in Siria, il 15 marzo, circa 1.800 civili sono stati uccisi, secondo i dati dell'Osservatorio siriano dei diritti dell'uomo.

Obama a Cameron: «Mettere fine al bagno di sangue» - Il presidente americano Barack Obama e il primo ministro David Cameron hanno lanciato oggi un nuovo appello affinchè si «metta fine immediatamente al bagno di sangue» in Siria. Lo ha detto la Casa Bianca in un comunicato.
Nel corso di un colloquio telefonico, Obama e Cameron hanno espresso la loro «profonda preoccupazione riguardo all'uso della violenza da parte del governo siriano contro i civili, e la loro convinzione della necessità di rispondere all'esigenza legittima della transizione democratica espressa dal popolo siriano».
Si intensificano le pressioni internazionali sul regime di Damasco, che da quando a metà marzo sono iniziate le manifestazioni di protesta contro il presidente Bashar al Assad ha ucciso più di 1.700 civili nella repressione. Secondo fonti citate dal quotidiano turco Hurriyet, anche la Turchia ha lanciato un ultimatum ad Assad affinchè metta fine alle violenze.

La Turchia ha perso la pazienza con il regime siriano di Bashar al Assad, e minaccia di intraprendere un'azione militare internazionale per fermare la sanguinosa repressione in corso in Siria contro le forze di opposizione. Lo ha riferito oggi il quotidiano turco Hurriyet, secondo quanto scrive il sito web di Haaretz. Secondo fonti governative turche, citate da Hurriyet, il presidente turco Abdullah Gul ha inviato lo scorso martedì ad Assad un vero e proprio ultimatum, attraverso il suo ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu, che martedì scorso si è recato in Siria.
Secondo le fonti, il capo della diplomazia turca ha detto chiaramente al presidente siriano che se la repressione non si fermerà la Siria non potrà più contare sull'amicizia della Turchia.