21 marzo 2023
Aggiornato 12:00
Incontro con delegazione dell'ONU

Assad: «Ho commesso alcuni errori»

Il Presidente siriano: «Ora il processo di riforme». Conversazione telefonica tra Obama e Netanyahu: «Israele riconoscente per sostegno Usa a sua sicurezza»

NEW YORK - Il presidente siriano Bashar al Assad ha riconosciuto che sono stati commessi «alcuni errori» dalle forze dell'ordine, nel corso di una riunione con una delegazione del Consiglio di sicurezza dell'Onu. E' quanto si è appreso in un comunicato.
Assad ha inoltre sottolineato il suo «impegno verso il processo di riforme, il cui obiettivo è aprire la strada a una democrazia multipartitica», hanno indicato le missioni diplomatiche di Brasile, India e Sudafrica all'Onu, i cui rappresentanti hanno incontrato il dirigente siriano a Damasco.
Il Brasile, l'India e il Sudafrica fanno parte dei membri del Consiglio di sicurezza che avevano mostrato una certa resistenza di fronte ai tentativi europei e americani di arrivare ad una condanna della violenza da parte del Consiglio. Una dichiarazione in questo senso è stata alla fine approvata la settimana scorsa.

Telefonata Obama - Netanyahu - Il presidente americano Barack Obama e il premier israeliano Benjamin Netanyahu hanno avuto ieri sera una lunga conversazione telefonica a proposito della situazione in Siria. La Casa Bianca ha diffuso un comunicato molto scarno sui contenuti del colloquio.
«Il primo ministro ha espresso la sua gratitudine - ha spiegato dopo il portavoce di Obama, Jay Carney, - per il sostegno americano alla sicurezza di Israele, in particolare per il sistema antimissile Iron Dome e per il sistema di difesa contro i colpi di mortaio».
Ieri gli Stati Uniti hanno annunciato il varo di nuove sanzioni economiche contro la Siria, in particolare nei confronti della Commercial Bank of Syria, principale istituto finanziario siriano controllato dallo Stato.

Sanzioni USA contro la Commercial Bank of Syria - Gli Stati Uniti vareranno delle sanzioni contro la Commercial Bank of Syria, principale istituto finanziario siriano controllato dallo Stato, con l'accusa di aver offerto dei servizi finanziari alla Corea del Nord.
Le sanzioni congelano tutti gli attivi posseduti dalla banca negli Stati Uniti e vietano ad aziende e individui statunitensi di intrattenere qualsiasi rapporto commerciale con la Cbs e la sua filiale libanese, la Syrian Lebanese Commercial Bank.
Secondo quanto accertato dal Dipartimento del Tesoro statunitense la Tonchon, il ramo finanziario dell'industria di armamenti di Pyongyang, aveva un conto corrente presso la Cbs; la stessa Cbs inoltre finanzierebbe un centro di ricerca che controlla i siti di produzione missilistica e di sviluppo di armi non convenzionali di Damasco.

Erdogan: ci aspettiamo da Assad riforme in 15 giorni - Il premier turco Recep Tayyip Erdogan si aspetta dal presidente siriano Bashar Al Assad riforme «in dieci massimo quindici giorni». Lo ha dichiarato oggi il primo ministro della Mezzaluna durante un discorso ai dirigenti del suo partito, l'Akp, il partito islamico-moderato per la giustizia e lo sviluppo. Erdogan ha anche aggiunto di essere in contatto con l'ambasciatore turco in Siria che questa mattina si è diretto ad Hama, la località dove giorni fa, alla vigilia dell'inizio del Ramadan, oltre 120 civili sono stati uccisi dalle truppe del regime di Damasco. Il diplomatico ha assicurato al governo turco che i carri armati stanno iniziando la loro ritirata.
Il primo ministro ha inoltre assicurato che la Turchia «continuerà a monitorare con attenzione la situazione anche nei prossimi giorni». Il premier ha inoltre aggiunto che la Turchia sta agendo «in base a questioni di principio» dove il benessere del popolo siriano ha la priorità assoluta e ha auspicato che il governo di Damasco «ascolti le richieste del popolo».
Ieri il ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu, in un incontro durato sei ore a Damasco con Assad, ha consegnato al leader siriamo un ultimatum occidentale, chedendo la fine immediata della violenza contro i civili e il rientro dei militari nelle caserme. Richiesta alla quale Assad ha risposto giurando che la lotta «contro i terroristi«° nel apese non si fermerà.

Almeno undici civili uccisi dalle forze di sicurezza ad Homs - Almeno undici persone sono state uccise dalle forze di sicurezza siriane nella città di Homs, nel centro del Paese: lo hanno reso noto fonti delle organizzazioni siriane per la difesa dei diritti umani.
Secondo le fonti le forze di sicurezza avrebbero «aperto il fuoco in modo indiscriminato» sui residenti del quartiere di Baba Amro, uccidendo undici persone; inoltre l'esercito starebbe effettuando una vasta operazione di rastrellamento e di perquisizioni, con numerosi arresti.

L'Esercito attacca città e villaggi vicino alla frontiera turca - Le forze siriane hanno attaccato numerosi città e villaggi nella parte nordoccidentale del Paese, nell'ambito dell'offensiva militare per reprimere le proteste. Lo hanno denunciato - come riporta il sito internet della Bbc - gli attivisti.
Carri armati e blindati - hanno riferito - sono entrati a Taftanaz, Sermin e Binnish vicino alla frontiera turca: secondo le testimonianze, ci sono state diverse vittime.
Nel frattempo gli Stati Uniti hanno intensificato la pressione nei confronti del regime siriano imponendo sanzioni nei confronti della principale banca del Paese - la Commercial Bank of Syria, statale - e del principale operatore di telefonia mobile, Syriatel.