29 marzo 2024
Aggiornato 14:30
Rivolta in Siria

Dopo le stragi Assad loda l'esercito siriano

La Nato esclude un suo intervento. Durante il Ramadan potrebbero intensificarsi le proteste

DAMASCO - Mentre il presidente siriano Bashar al Assad elogia l'esercito siriano, definito «patriottico», dalla comunità internazionale continuano a levarsi durissime le proteste nei confronti del regime di Damasco all'indomani della violenta repressione dei manifestanti, in cui ci sono state oltre 130 vittime. La Nato, dal canto suo, condanna ma sottolinea che non ci sono «le condizioni» per un intervento militare nel paese.

Secondo giornalisti e analisti politici le proteste dovrebbero intensificarsi in concomitanza con il Ramadan, il mese di digiuno sacro per i musulmani (che quest'anno cade in agosto). Ieri il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si è detto sconvolto dal ricorso alla brutalità del governo di Damasco contro la sua stessa gente e ha promesso di lavorare per isolare il regime del presidente Assad.

Il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha chiesto «un'ulteriore pressione internazionale» sulla Siria, pur escludendo la possibilità di un'azione militare sotto l'egida delle Nazioni Unite in questo Paese in preda a una rivolta repressa dall'esercito.
Posizione confermata dallo stesso segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, che ha sottolineato che «non ci sono le condizioni» per un intervento militare in Siria in un'intervista al quotidiano francese Midi Libre. «In Libia conduciamo un'operazione basata su un mandato chiaro dell'Onu. Abbiamo il sostegno dei Paesi della regione. Queste due condizioni non sono presenti per la Siria», ha spiegato Rasmussen.

In occasione del 66esimo anniversario della sua fondazione, Assad ha inoltre definito l'esercito simbolo «dell'orgoglio nazionale». «Saluto ciascun (soldato) e con lui mi congratulo in occasione del 66esimo anniversario della creazione dell'esercito arabo siriano (...) che difende i suoi diritti di fronte ai piani aggressivi che ci riguardano oggi e domani», ha affermato il presidente durante un discorso.