28 agosto 2025
Aggiornato 00:00
Crisi Israele-Usa

Netanyahu decide se accogliere la richiesta americana

Lieberman: «assurdo» fermare le costruzioni a Gerusalemme Est. Washington ha chiesto a Israele di ritirare il progetto

GERUSALEMME - Stati Uniti e Israele stanno tentando di risolvere la grave crisi diplomatica deflagrata la scorsa settimana, dopo che il ministero dell'Interno israeliano ha annunciato la costruzione di 1.600 nuove case a Gerusalemme Est suscitando l'ira dei palestinesi e mettendo in grave imbarazzo il vice presidente americano Joe Biden, che al momento dell'annuncio si trovava in missione nella regione.

LA RICHIESTA - Washington ha chiesto a Israele di ritirare il progetto, che rischia di condizionare pesantemente gli sforzi del presidente Obama per riportare le parti al tavolo del negoziato, e il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha riunito questa sera nel suo ufficio a Gerusalemme sette ministri del suo governo per decidere se accogliere o meno la richiesta. Fonti dell'amministrazione americana si attendono una chiamata del premier al segretario di Stato Hillary Clinton entro la settimana, e forse già in serata, al termine della riunione con i ministri. Come riporta Ynet, l'edizione online Yedioth Ahronoth, Netanyahu si recherà comunque all'inizio della prossima settimana a Washington.

LIEBERMAN - Intanto, in attesa di conoscere la risposta israeliana, il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman ha ribadito nel pomeriggio che la richiesta della comunità internazionale di congelare le costruzioni di nuove case a Gerusalemme Est è «irragionevole». Parlando in conferenza stampa al termine di un incontro a Gerusalemme con l'alto rappresentante per la politica estera dell'Unione Europea, Catherine Ashton, il capo della diplomazia israeliana ha detto che non saranno accettate discriminazioni contro gli ebrei nella costruzione e nell'acquisto di case a Gerusalemme.

DISCENDENTI DI RE DAVID - E in una lettera inviata oggi al segretario di Stato Clinton, i leader dello Yesha Council, l'organismo che rappresenta i coloni della Cisgiordania, hanno chiesto a Washington di ridurre le pressioni su Israele, affermando che loro non accetteranno mai «un negoziato sulla questione di Gerusalemme». «Noi ebrei siamo i discendenti di Re David, e di 100 generazioni di ebrei che hanno costruito e glorificato Gerusalemme come nostra capitale, a partire da 3mila anni fa».