24 aprile 2024
Aggiornato 13:30
BCE

Draghi resiste ai falchi tedeschi e rilancia: «Avanti col QE»

Il governatore centrale Mario Draghi è intervenuto a una conferenza sulla stabilità finanziaria a Madrid e ha assicurato che non ci sono bolle alimentate dal credito

Il governatore centrale, Mario Draghi.
Il governatore centrale, Mario Draghi. Foto: ANSA

MADRID - Allo stato attuale «non ci sono ragioni» per deviare dal percorso previsto sulla sequenza della futura riduzione degli stimoli monetari: i tassi di interesse inizieranno a salire solo al termine del programma di acquisti di titoli. Lo ha spiegato il presidente della Bce, Mario Draghi, intervenendo a una conferenza sulla stabilità finanziaria a Madrid. «In una unione di più Paesi come è l'area euro - ha detto - composta da mercati finanziari nazionali segmentati, gli acquisti di titoli sono inevitabilmente più difficili da calibrare e attuare, ed è più probabile che producano effetti collaterali rispetto ad altri strumenti, inclusi tassi di interesse moderatamente negativi». Anche i tassi di interesse negativi possono avere effetti collaterali non voluti, ma finora sono stati limitati.

Draghi: Avanti con gli stimoli monetari
«La nostra valutazione degli effetti collaterali - ha aggiunto Draghi - suggerisce che non ci sono ragioni per deviare dalle indicazioni che abbiamo fornito nelle nostre comunicazioni» sulla sequenza con cui operare la riduzione degli stimoli. Il contesto macroeconomico «sta migliorando - ha detto ancora Draghi -. Le misure messe in campo negli ultimi anni si sono dimostrare efficaci nel favorire una ripresa resiliente che è sempre più diffusa tra settori e Paesi. Questa ripresa contribuisce a una maggiore resilienza del settore finanziario».

Gli effetti collaterali delle politiche della BCE
Ma quando si decise di operare le massicce misure di stimolo «eravamo consapevoli che questi nuovi strumenti avrebbero comportato rischi di effetti collaterali più pronunciati, rispetto agli strumenti convenzionali» di politica monetaria. «Questi effetti collaterali sono rimasti contenuti, ma dobbiamo tenerne conto nella formulazione della nostra linea, nel senso - ha proseguito il capo della Bce - che dobbiamo cercare di minimizzarli, senza compromettere l'efficacia delle nostre misure».

Draghi esclude bolle alimentate dal credito
Nel suo intervento Draghi ha ribadito che complessivamente per l'area euro «non vediamo evidenze dello sviluppo di bolle alimentate dal credito». Questo è vero in media, anche se in alcuni Paesi alcuni tipi di attività mostrano tassi di crescita superiori alla media, che vanno monitorati. D'altra parte, se le banche hanno ammorbidito in generale i criteri di concessione del credito, restano piuttosto prudenti in termini storici nella loro tolleranza all'esposizione al rischio, proprio nell'erogare prestiti.