18 agosto 2025
Aggiornato 21:30
Petrolchimico

La ricetta di Descalzi per far risparmiare 50 miliardi all'Italia (e farne incassare 25 allo Stato)

«La produzione di gas e petrolio potrebbe raddoppiare nel giro di un decennio», ha detto l'ad di Eni a Panorama ricordando che così facendo si creerebbero diverse decine di migliaia di posti di lavoro

ROMA - «La produzione di gas e petrolio in Italia potrebbe raddoppiare nel giro di un decennio», ne è convinto l'amministratore delegato dell'Eni, Caludio Descalzi. Intervistato da Panorama (sul numero che uscirà domani) Descalzi ha aggiunto che così facendo il Belpaese potrebbe risparmiare «50 miliardi di euro di importazioni» e garantire «25 miliardi di maggiori introiti per le casse dello Stato», senza dimenticare una crescita occupazionale stimata in diverse decine di migliaia di persone.

INVESTIREMO IN ITALIA 8 MILIARDI ENTRO 2018 - A questo scenario il manager ha contrapposto quello attuale, dove negli ultimi 10 anni, «la produzione italiana è scesa da 400 mila a 200 mila barili equivalenti al giorno». Il numero uno del Cane a sei zampe ha ricordato che «in nessun altro Paese investiamo quanto in Italia: quasi 8 miliardi di euro nel piano quadriennale 2015-2018. Crediamo nell'Italia e non solo per quanto riguarda lo sfruttamento delle sue risorse di idrocarburi. Abbiamo lanciato progetti ambiziosi con grande successo, come la riconversione di Venezia e di Gela, che ci consentiranno, entro quest'anno, di portare in attivo tutti i nostri business anche quelli che erano stati in perdita per anni e tutto questo senza perdere neanche un posto di lavoro».

TROPPO CARBONE IN EUROPA - Poi Descalzi ha affrontato anche il tema dell'eccessivo uso di carbone. «Sembra paradossale che il suo consumo in Europa cresca a discapito del gas. Con la caduta dei prezzi il meccanismo europeo delle quote non funziona più: il carbone costa poco e viene usato in abbondanza nonostante produca tanta Co2. L'Europa dovrebbe trovare un altro sistema per rendere meno competitivo il carbone. Ma se l'obiettivo mondiale è di non superare i due gradi di aumento delle temperature - ha sottolineato - l'Europa non può fare tutto da sola: tra incentivi alle rinnovabili e trading delle quote di Co2, alla fine tanti costi ricadono sulle imprese europee, minando la loro competitività rispetto ai concorrenti americani e asiatici. Quindi sì alla lotta contro la Co2, ma da parte di tutti, non solo dell'Europa».

INCONTRO DESCALZI CANETE - Intanto oggi il commissario europeo per l'azione per il clima e l'energia, Miguel Arias Cañete, ha incontrato a Roma l'amministratore delegato di Eni. Nell'ambito dell'incontro,i due hanno discusso dello stato dei negoziati che condurranno al summit Cop21 sul clima che si terrà a Parigi a dicembre: il manager ha ribadito la necessità di un sistema globale di quotazione dei prezzi del carbone (global carbon pricing mechanism) per fare fronte al preoccupante incremento del suo utilizzo nella generazione elettrica e per stabilire una parità di condizioni di mercato tra l'Unione europea e gli altri maggiori paesi industrializzati. Le parti hanno poi evidenziato come la grande scoperta effettuata da Eni nell'offshore egiziano e gli altri importanti ritrovamenti fatti negli ultimi anni nelle acque israeliane e cipriote rendano il Mediterraneo orientale un hub del gas in grado di contribuire significativamente alla sicurezza energetica europea, all'aumento della liquidità del mercato del gas e al suo miglioramento competitivo nei confronti del carbone. In questo ambito, Descalzi e Cañete hanno condiviso la forte necessità di una completa interconnessione del mercato europeo del gas al fine di potere utilizzare al meglio le future forniture alternative. L'ad di Eni ha infine espresso apprezzamento per la risolutezza con cui il Commissario sta affrontando questa questione.