27 agosto 2025
Aggiornato 22:30
Una boccata d'aria per le imprese italiane

Da Expo è in arrivo la riforma dei reati agroalimentari

Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, e il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, spiegano l'importante lavoro svolto dalla commissione Caselli

RHO-PERO - Riorganizzare la disciplina penale dei reati in materia di prodotti agroalimentari. Il compito affidato alla commissione guidata da Gian Carlo Caselli è una delle eredità che Expo Milano 2015 è destinata a lasciare dopo i sei mesi dell'Esposizione universale. Un lavoro lungo e complesso, che parte dell'esame delle norme esistenti e arriva alla rielaborazione delle sanzioni, le cui linee guida sono state presentate dal ministro della Giustizia Andrea Orlando e da quello delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, proprio a Expo. Orlando ha accolto la richiesta di Caselli di concedere più tempo alla commissione per il suo lavoro: il primo termine era il 31 luglio.

Orlando: Vogliamo proteggere le nostre imprese
«Questo intervento parte dal presupposto che l'impresa agro alimentare italiana è sicura, ha raggiunto livelli altissimi di rispetto della normativa comunitaria e spesso va anche oltre - ha detto il ministro Orlando - questa eccellenza raggiunta spiega i tentativi di sofisticazione e imitazione. Con questo intervento vogliamo proteggere le imprese che rispettano le regole e l'economia legale da quella illegale. Le linee guida saranno sottoposte a un confronto come tutti i provvedimenti in materia penale, che poi servirà per l'elaborazione dell'articolato». Orlando ha chiarito le richieste avanzate alla commissione cioè di «ricostruire un quadro omogeneo inasprendo alcune sanzioni penali, abbiamo chiesto anche una ricognizione su duplicazioni e sovrapposizioni e seguendo una strada sugli eco reati con estinzione possibile con condotte riparatorie».

Martina: Servono regole chiare
Riorganizzazione e semplificazione del settore vanno di pari passo secondo il ministro Martina. «Quella di prendere il toro per le corna sul versante delicato della riorganizzazione di un fronte dei reati in materia agroalimentare per tracciare una nuova via in ragione di quello che è accaduto, cioè dei pregi e difetti del sistema, penso che sia una delle eredità più utili» ha detto il ministro. «Su questo fronte abbiamo delle lacune da superare, un meccanismo da irrobustire e una dinamica nuova da leggere. Ci sono reati e fattispecie nuove, non inquadrate nel nostro ordinamento, che hanno bisogno di essere riconosciute e definite. Questo lavoro si accompagna a uno sforzo del governo sulla riarticolazione di un sistema tra penale e amministrativo. Questo lavoro non è a svantaggio delle imprese ma deve essere a vantaggio dei sistemi produttivi e imprenditoriali, di chi deve essere messo in condizione di operare in serenità, in un sistema di regole chiaro con una cornice sicura» ha concluso Martina.

Guerra aperta alle frodi nel commercio di prodotti alimentari
Tra le novità della proposta riforma normativa c'è la rivisitazione delle fattispecie delle frodi nel commercio di prodotti alimentari: quella esistente, dice la commissione, si è dimostrata «palesemente inadeguata ad affrontare eventuali eventi criminosi». Si punta a rinnovare le sanzioni, con strumenti di indagine più incisivi e il ricorso a misure cautelari personali, sia ad ampliare la repressione a fasi delle attività illecite che oggi non sono punibili. Nella bozza di lavoro viene sanzionata la frode nei confronti del consumatore, destinatario del prodotto: i beni tutelati sono quelli citati nella Carta di Milano, si tutela e sostiene il reddito di agricoltori, pescatori e allevatori e si considera il cibo come patrimonio culturale da difendere e valorizzare.