«Per Atene la scelta migliore è il Grexit»
Secondo James Kennett Galbraith l’accordo raggiunto tra Atene e i suoi creditori è “un brutale colpo di stato ottenuto con metodi mafiosi”
ROMA – James Kenett Galbraith, economista di fama internazionale, nonché amico e consigliere dell’ex Ministro delle Finanze greche, Yanis Varoufakis, ha rilasciato un’intervista sull’evoluzione della crisi greca. E, contrariamente a quanto ci saremmo aspettati, lui e il Ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble, la pensano in maniera piuttosto simile...
La tesi di Galbraith
Come ricorderete, James è figlio del famoso economista e diplomatico John Kennet Galbraith. Ha fatto parte del Congresso degli Stati Uniti d’America ed è presidente degli «Economists for Peace and Security», un’associazione internazionale di economisti che si preoccupa di cercare soluzioni concrete ai problemi che affliggono l’economia e la società. Galbraith ritiene che il ritorno della politica economica keynesiana sarebbe il modo migliore per uscire dalla crisi internazionale, e attualmente insegna discipline economiche all’Università Lyndon Johnson del Texas, la stessa nella quale insegnava anche Yanis Varoufakis. Ha partecipato a diverse riunioni dell’Eurogruppo e sulla crisi greca ha un’opinione piuttosto chiara, che avevamo già riportato in un precedente articolo.
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In estrema sintesi, l’economista sottolineava il fallimento economico delle politiche di austerità imposte alla Grecia dalla Troika, e la necessità di un loro superamento piuttosto radicale. Il 17 luglio scorso ha rilasciato un’altra intervista pubblicata oggi sul sito di sbilanciamoci.info, e la sua visione dei fatti è molto più vicina a quella del Ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schauble, di quanto ci saremmo mai aspettati. Secondo Galbraith l’accordo raggiunto tra Atene e i suoi creditori non è un accordo, ma «un brutale colpo di stato ottenuto con metodi mafiosi». L’economista sottolinea l’evidenza dei fatti: Alexis Tsipras ha firmato solo perché si è trovato con un coltello alla gola. La crisi di liquidità, le banche chiuse, gli ospedali senza più medicine, il popolo greco ridotto alla fame. Quali alternative aveva Syriza? «Dentro l’eurozona, nessuna. L’unica alternativa era l’uscita dall’euro.» E proprio il Grexit, secondo Galbraith era – ed è – l’unica strada percorribile per salvare la Grecia.
Varoufakis e Schaeuble: così lontani, così vicini
Una posizione molto vicina a quella del suo amico ed ex Ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, ma – inaspettatamente – anche a quella del Ministro tedesco Wolfgang Schauble. «È ovvio che un’uscita avrebbe dei costi significativi. Ma se fossi un membro del parlamento greco sarei al fianco di Varoufakis e voterei anch’io «no» a questo accordo», chiarisce Galbraith durante l’intervista. Una linea dura, condivisa da pochissimi in seno all’Eurogruppo. E ciò che sorprende di più è proprio il fatto che i due antagonisti politici più popolari della crisi greca - i due ministri delle finanze: quello greco e quello tedesco, appunto – alla fine convergano sul Grexit come l’unica soluzione plausibile. Costosa in termini sociali ed economici, ma inevitabile. Verrebbe da pensare – piuttosto scioccamente e banalmente - che gli opposti alla fine si toccano, ma dietro questo strano paradosso c’è molto di più. La triste, tristissima – ai nostri occhi – quanto universale constatazione del fallimento del progetto europeo, che - sebbene visto da fronti contrapposti – ci mostra sempre la stessa faccia. Se Yanis Varoufakis e Wolfgang Schauble concordano sul fatto che il Grexit sia la soluzione migliore per tutti, evidentemente è l’Europa ad aver perso, prima ancora che Alexis Tsipras o il popolo greco.
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