29 marzo 2024
Aggiornato 15:00
1330 delegati e 687 espositori da 34 Paesi

Offshore Mediterranean Conference & Exhibition: le prospettive per l'Europa nel medio termine

A Ravenna la principale vetrina dell'Oil & Gas nel bacino del Mediterraneo. Giuseppe Tannoia, direttore Regione Europa di Eni ha parlato del prezzo del petrolio, che tornerà a crescere se aumenterà la domanda grazie alla ripresa economica e se le imprese ridurranno gli investimenti, e di gas. Sul punto ha ricordato le grandi potenzialità da sfruttare in Ue e in particolare in Italia.

RAVENNA – Al via la XII edizione dell'Offshore Mediterranean Conference & Exhibition - Omc 2015 - la principale vetrina dell'Oil & Gas nel bacino del Mediterraneo che viene ospitata dalla città di Ravenna fino a venerdì 27 marzo, al Pala De Andrè. Quest'anno l'Omc ha messo al centro delle proprie riflessioni le potenzialità del bacino Mediterraneo, che può diventare un hub energetico ma anche un corridoio verso l'Europa con un piano di sviluppo basato sulle risorse domestiche di idrocarburi, sul risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili. A questa edizione sono accorsi mille 300 delegati, dei rappresentanti di paesi produttori non solo del Mediterraneo (Algeria, Egitto, Libia), ma anche dell'Africa Subsahariana (Congo, Angola Mozambico) e del Medio Oriente (Qatar, Iraq). Gli espositori sono 687, provenienti da 34 Paesi, con la presenza di tutte le maggiori Oil Companies europee, del Nord Africa e del Medio Oriente (Eni, Edison, Total, Shell, Sonatrach, Egpc, Egas, Noc, Crosco, Ina, Qatar Petroleum).

VICARI, ITALIA STA PUNTANDO SU SICUREZZA - I lavori sono stati aperti dall'intervento della sottosegretaria del ministero dello Sviluppo Economico, Simona Vicari, che ha dichiarato: «Omc è un'opportunità unica per promuovere la valorizzazione delle risorse energetiche e minerarie italiane e attrarre investitori nazionali ed esteri. Al mutare dello scenario mondiale in campo energetico, l'Italia sta rispondendo, in linea con gli obiettivi europei, con nuove regole indirizzate a garantire un più alto livello di sicurezza: per le persone, per l'ambiente, per gli approvvigionamenti». Poi ha preso la parola Giuseppe Tannoia, direttore Regione Europa di Eni che ha sottolineato: «La Regione Mediterranea ha un grande potenziale non sfruttato: dal bacino Levantino risalendo l'Adriatico. Un'opportunità unica di giocare un ruolo fondamentale nel contesto energetico globale. E l'Italia, tra i Paesi con il maggiore potenziale di risorse non sfruttate, può avere un ruolo di traino nell'Europa continentale puntando su tre pilastri: la diversificazione delle fonti, lo sviluppo delle interconnessioni e della produzione nazionale».

TANNOIA (ENI), PREZZO PETROLIO SALIRÀ - Entrando nello specifico, Tannoia ha fatto il punto sul calo del prezzo del greggio, ricordando che «in un breve lasso di tempo, dopo un lungo periodo di prezzi del petrolio stabilmente alti, i fondamentali del nostro settore sono completamente cambiati». Il manager Eni ha ricordato che la domanda è diminuita, mentre il prezzo dell'oro nero è «crollato. La produzione degli Usa si è mantenuta saldamente in crescita e abbiamo conosciuto una certa instabilità geopolitica nelle regioni del Mediterraneo orientale, in Nord Africa e nel Medio-oriente». Ciò nonostante, ha aggiunto Tannoia: «Penso che questa dinamica ribassista sia giunta al suo apice e stiamo già vedendo i primi segni di ripresa». Infatti ha ricordato il dirigente del Cane a sei zampe, il minor costo dell'energia ha contribuito alla crescita economica e questo ha significato una maggiore domanda di energia. Nel medio periodo quindi, con le imprese del settore che hanno ridotto i propri investimenti, il prezzo del petrolio tornerà a crescere. «Se la caduta degli investimenti continuerà, le imprese non saranno più in grado di rispondere al declino dei pozzi già esistenti. Nel medio periodo – ha detto Tannoia - avremo una situazione di crescita della domanda, dovuta all'espansione economica, e una diminuzione dell'offerta, dovuta a un taglio degli investimenti e a una diminuzione della produzione dai pozzi già esistenti. Sembra quindi ragionevole pensare che il prezzo del petrolio salirà, nel medio periodo, anche se l'Opec non dovesse intervenire».

EUROPA PUNTI SU GAS, ITALIA AVVANTAGGIATA - Poi il manager Eni ha affrontato la questione del gas, ricordando che l'Europa importa il 50 per cento circa del suo fabbisogno energetico di gas e petrolio, e che se per rifornirsi di greggio non vi sono grossi problemi, in quanto è facilmente acquistabile e trasportabile a livello globale, per le risorse gassifere il quadro si complica non di poco, in quanto hanno bisogno di investimenti di lungo periodo per quanto riguarda i contratti di acquisto e le infrastrutture di trasporto. Secondo Tannoia il Vecchio continente ha «il potenziale di aumentare la propria produzione di gas, in particolare in alcuni Stati, Italia inclusa. L'Italia ha il più grande potenziale in Europa per sviluppare le proprie risorse. Quello che è importante è che le riserve italiane sono costituite da gas. Questa opportunità si va a sommare al fatto che il gas è un carburante molto più pulito di altri, facendone un carburante di transizione verso un'economia più pulita».