26 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Prodotti leggerisimi, totalmente flessibili e ad alta efficienza

Le batterie e i pannelli fotovoltaici del futuro saranno in grafene

Nei prossimi 3-5 anni arriveranno sul mercato accumulatori, celle solari e supercondensatori prodotti in questo sottilissimo materiale, spesso quanto un atomo. Ne sono sicuri i ricercatori del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e dall'Istituto italiano di tecnologia che partecipano al progetto Ue Flagship Grafene.

BRUXELLES – Il futuro dell'energia in Europa passa, anche, per il grafene. Con questa convinzione è stata lanciata una road map per lo sviluppo di questo e altri materiali bidimensionali, la Flagship Grafene, progetto promosso e finanziato dalla Commissione europea e dagli Stati membri. L'Italia è in prima linea con 23 istituti e aziende partner coinvolti (su un totale di 142), rappresentati in Europa dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e dall'Istituto italiano di tecnologia (Iit). Alla stesura del documento hanno partecipato più di 60 scienziati, sia del mondo della ricerca pubblica che quella industriale.

LE APPLICAZIONI PER L'ENERGIA - In particolare si prevedono diverse applicazioni industriali nei prossimi 10 anni per questo materiale ultrasottile, fra cui quelle molto promettenti della conversione e immagazzinamento di energia. In una nota congiunta l'Iit e il Cnr hanno spiegato di aspettarsi nei prossimi 3-5 anni celle solari, batterie e supercondensatori prodotti in grafene con processi riproducibili su scala industriale e sicuri per la salute delle persone e dell'ambiente. Riguardo gli accumulatori di energia gli scienziati puntano a realizzare batterie completamente flessibili e leggere (queste proprietà sono di forte interesse anche per il campo degli schermi e dei pannelli fotovoltaici), ma soprattutto molto più efficienti e a minor impatto ambientale.

UN MATERIALE SPESSO UN ATOMO - «Le prospettive in Italia sono promettenti. Il piano, infatti - ha commentato Francesco Bonaccorso ricercatore dei Graphene Labs dell'Iit che ha avuto un ruolo primario nella stesura del lavoro -, ha coinvolto 19 autori e 10 istituzioni e industrie nel nostro Paese. Il prossimo passo sarà il coinvolgimento attivo di tutto il tessuto produttivo nazionale». I Graphene Labs dell'Iit sono coordinati da Vittorio Pellegrini, responsabile per la Flagship del programma «Energia», e insieme al Cnr rappresentano l'Italia nel consorzio europeo. «Il grafene - ha osserva Vincenzo Palermo del Cnr, responsabile del settore nanocompositi della Flagship e tra gli autori del documento - non è solo un nuovo materiale ma una nuova piattaforma tecnologica che ci permette di lavorare con materiali spessi un solo atomo».