28 agosto 2025
Aggiornato 00:30
La crisi greca

Atene al lavoro con «ex Troika» su lista misure per Eurogruppo

Il governo di Alexis Tsipras ha ancora tempo fino alla mezzanotte di oggi per inviare la lista, e la Commissione non prevede di emettere alcun comunicato quando giungerà il documento ufficiale, ma si limiterà a informarne l'Eurogruppo. Le «tre istituzioni» sono comunque «in contatto costante con le autorità greche».

ATENE - La Grecia «non ha ancora inviato ufficialmente la sua lista» delle riforme strutturali che si impegna ad attuare con «le istituzioni» (Commissione europea, Fmi e Bce, ovvero la ex Troika) e che dovrà essere approvata dall'Eurogruppo domani, nell'ambito dell'accordo per l'estensione di quattro mesi del prestito ad Atene. E' quanto ha spiegato oggi a Bruxelles la numero due del sevizio del Portavoce della Commissione europea, Mina Andreeva.

Il governo di Alexis Tsipras, ha ricordato, ha ancora tempo fino alla mezzanotte di oggi per inviare la lista, e la Commissione non prevede di emettere alcun comunicato quando giungerà il documento ufficiale, ma si limiterà a informarne l'Eurogruppo. Le «tre istituzioni» sono comunque «in contatto costante con le autorità greche».

In realtà, è da sabato scorso che la Commissione, in contatto con la Bce e il Fmi, sta «assistendo» il governo di Atene, prima con un incontro a Bruxelles e poi attraverso un fitto scambio di email, nell'elaborazione del documento, in modo che sia esauriente e convincente per le tre istituzioni, e che possa essere presentato in modo accettabile per i ministri delle Finanze dell'Eurozona.

A Bruxelles ci sono pochi dubbi sul fatto che la lista di Atene verrà approvata: non avrebbe senso inviare il documento ufficiale se vi fosse il rischio di una bocciatura, visto che le «tre istituzioni» hanno la possibiltà di esaminare preventivamente l'elenco, e di modificarlo e migliorarlo, lavorando «in modo costruttivo» e di comune accordo con le autorità greche. Questo non significa che Atene sia obbligata a mettere nell'elenco riforme in cui non crede, o a cui si oppone. Come aveva spiegato venerdì il ministro greco delle Finanze, Yanis Varoufakis: «Sarà la nostra lista».

Una volta giunto a Bruxelles e sul tavolo del presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, l'elenco delle riforme sarà sottoposto all'approvazione dello stesso Eurogruppo domani, in teleconferenza. Le previsioni sono che una riunione fisica dei ministri delle Finanze sarebbe convocata da Dijsselbloem solo se vi fossero disaccordi importanti.

Le conclusioni dell'Eurogruppo di venerdì scorso precisavano che davrà trattarsi di «una prima lista di misure di riforma, basate sull'attuale accordo», quello firmato dal precedente governo Samaras, contro il quale Tsipras ha impostato e vinto le elezioni in Grecia. In pratica, il governo greco dettaglierà ora le riforme già previste da Samaras e mai seriamente realizzate, riguardanti in particolare la lotta all'evasione e alla frode fiscale, l'efficienza della pubblica amministrazione, la riforma delle giustizia civile, etc. Ma Atene si impegna anche a «non tornare indietro» sulle misure già prese, prendendo «decisioni unilaterali», per esempio per quanto riguarda i tagli al welfare, le pensioni, i salari minimi e le privatizzazioni; a meno che non ci sia un accordo con la ex Troika. Un accordo possibile se il governo greco dimostrerà che le misure non mettono a rischio «la ripresa economica, la sostenibilità di bilancio e la stabilità finanziaria», e che sono «pienamente finanziate».

Su due punti in particolare, a quanto sembra, Atene dovrà essere convincente e avanzare proposte credibili: come compensare, nell'impatto sul bilancio e sul debito pubblico, le misure di giustizia sociale e di sostegno ai redditi più bassi che Samaras non aveva previsto, o che annullano decisioni del suo governo; e come garantire che arrivino i proventi previsti dalle privatizzazioni, che il governo Tsipras ha bloccato con la promessa di realizzarle attraverso un nuovo meccanismo più efficace.

Fonte AskaNews