12 ottobre 2025
Aggiornato 09:30
Oggi Atene presenterà la sua proposta di proroga

Varoufakis: «Chiediamo un nuovo contratto per salvare la Grecia»

La borsa di Atene oggi ha fatto un balzo di oltre 3 punti percentuali sulla scia dell'ottimismo per la chiusura dell'accordo sul debito. I mercati finanziari sono quindi fiduciosi che il nodo greco si scioglierà a breve, ma fino ad ora il muro-contro-muro tra il governo Tsipras e la Troika non ha portato ad alcun risultato concreto.

ROMA - La borsa di Atene oggi ha fatto un balzo di oltre 3 punti percentuali sulla scia dell'ottimismo per la chiusura dell'accordo sul debito, e l'indice Athex Composite segna un progresso del 3,26%. I mercati finanziari sono quindi fiduciosi che il nodo greco si scioglierà a breve, ma fino ad ora il muro-contro-muro tra il governo Tsipras e la Troika non ha portato ad alcun risultato concreto.

ECCO IL TESTO DEL DISCORSO DI YANIS VAROUFAKIS - Solo venerdì scorso, l'accordo sembrava servito su un piatto d'argento. Invece, in risposta al tentativo del numero uno dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, di forzare la mano con Atene presentando un documento modificato all'ultimo minuto, i giochi sono saltati. E la risposta del ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, non si è fatta attendere, sottolineando che le richieste dell'UE erano semplicemente «inaccettabili». I toni si sono ammorbiditi, quindi, lunedì scorso e solo oggi è stato pubblicato il discorso che lo stesso Yanis Varoufakis ha tenuto all'Eurogruppo dello scorso 16 febbraio. Il ministro ellenico si è rivolto ai 18 colleghi dell'Eurogruppo, spiegando come il paese non possa accettare una proroga dell'attuale programma di aiuti finanziari, quello in vigore dal 2010 e negoziato con Ue, Fmi e Bce, perché è un programma che «non può concludersi con alcun successo dato che finora non ha portato alla ripresa» economica del paese.

ATENE ACCETTERÀ UNA PROROGA - Se Atene accettasse le priorità del programma di aiuti, «avremo un rafforzamento della spirale debito e deflazione, perderemo l'appoggio del nostro popolo e dunque la possibilità delle riforme». Varoufakis riconosce che il proprio paese «ha un deficit di credibilità e spero che possiate comprendere la mia riluttanza a promettere ciò in cui non crediamo e non possiamo rispettare». Da qui la proposta di una proroga alternativa a quella del programma di aiuti, fondata su un periodo «da tre a sei mesi», per preparare un diverso programma di lungo termine. Le necessità finanziarie di Atene, nel periodo di proroga, potrebbero essere coperte dal trasferimento di 1,9 miliardi di euro di profitti della Bce sui titoli Greci in scadenza, linee flessibili di liquidità per le banche elleniche, rimozione o aumento del limite imposto alle emissione di titoli di Stato a breve termine (equivalenti a nostri Bot, Ndr).

 ASSICURATO IL RISPETTO DEGLI OBBLIGHI CON I PAESI CREDITORI - In contropartita Atene si atterrebbe ad alcune condizioni: rispetto degli obblighi con tutti i suoi creditori, nessuna misura del governo che faccia deragliare il percorso di risanamento delle finanze pubbliche, nessun taglio unilaterale al valore nominale del proprio debito. Poi l'impegno di Atene a consultarsi preventivamente con i partner europei prima di legiferare sui due temi caldi del momento: prestiti bancari in sofferenza, evasione fiscale e sanzioni tributarie, sfratti. Sul primo punto Varoufakis ha proposto l'uso «delle risorse inutilizzate del Fondo ellenico di stabilizzazione finanziaria», ricordando che l'alto livello dei prestiti bancari in sofferenza impedisce agli istituti di credito di erogare prestiti. Sul secondo punto, tasse evase e sanzioni tributarie ammontano a 70 miliari di euro - pari a un terzo del Pil ellenico - debiti che impediscono alle famiglie e alle imprese di accedere al credito. Anche qui il ministro ritiene che debbano essere cancellate. L'uscita dai bilanci delle banche dei prestiti in sofferenza e la cancellazione dell'arretrato fiscale «deve essere fatta evitando che ciò si trasformi in un premio per i creditori insolventi e un incentivo che incoraggi una tendenza a lungo termine ad evadere le tasse. Pensiamo che i prestiti in sofferenza e tasse e sanzioni non pagate rappresentino il maggiore impedimento alle ripresa».

IN CAMBIO L'UE RINUNCIA ALL'AUSTERITY: NO AL TAGLIO DELLE PENSIONI - In cambio dell'impegno di Atene a cooperare con i partner per risolvere queste due questioni, la Ue dovrebbe essere d'accordo che, nel periodo di proroga dei finanziamenti, non ci sarà «nessuna misura recessiva, quale l'aumento dell'Iva e il taglio delle pensioni». Come verranno utilizzati da Atene i sei mesi di proroga? «Per recidere il nodo Gordiano della burocrazia, riforma del sistema fiscale e di un efficiente processo di riscossione di imposte e tasse, riforma del sistema giudiziario, smantellamento dei vari cartelli oligopolistici, maggiore trasparenza. Al contrario dei governi che ci hanno preceduto, non facciamo promesse che non possiamo mantenere. Potrei tranquillizzarvi tutti accettando l'obiettivo di 5 miliardi di incassi dalle privatizzazioni, ma sappiamo che non è raggiungibile», ha chiosato il ministro, ed ha concluso: «Dobbiamo spendere il periodo di proroga per disegnare un nuovo contratto per la prosperità e la crescita della Grecia».

LA TROIKA PUNTA A TEMPOREGGIARE FINO ALL'ESTATE - Dopo l'ultimatum da parte dell'UE (una settimana di tempo per presentare una proposta di proroga) seguito al discorso di Yanis Varoufakis , Atene consegnerà oggi la propria proposta di proroga del finanziamento europeo, in procinto di scadere il 28 febbraio. Una proposta che chiaramente «si distingue dal memorandum», cioè dal programma di austerità sottoscritto a partire dal 2010; ma che arriverà comunque nei tempi previsti dall'Eurogruppo. Il problema non riguarda tanto le tempistiche, ma i contenuti: in quanto la Ue non ritiene dissociabile la proroga dal rispetto degli impegni assunti da Atene al momento della firma del memorandum. La reticenza del popolo greco - del governo Tsipras in particolare - a piegare la testa davanti alle richieste della Troika, lascia supporre che anche nell'incontro di oggi nulla vada dato per scontato. L'UE era convinta di portare a casa un importante risultato già venerdì scorso, ma l'unica cosa che finora - con il muro-contro-muro tra gli interessi della Germania e quelli della Grecia - è riuscita ad incassare è, forse, una proroga delle condizioni in essere. E il nodo greco, in barba all'ottimismo dei mercati, rischia di ripresentarsi nelle stesse ingarbugliate condizioni tra circa quattro mesi.