26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
La protesta degli Statali

Camusso, Renzi e i «dilettanti allo sbaraglio»

I lavoratori del pubblico impiego, guidati dai sindacati, hanno manifestato contro il nuovo blocco di un anno del contratto, fermo ormai dal 2010, previsto dalla legge di Stabilità. Una manifestazione unitaria che arriva a due settimane da quella della Cgil del 25 ottobre e quella di nuovo unitaria dei pensionati del 5 novembre.

ROMA - Una manifestazione sopra le aspettative quella che ha portato in piazza a Roma quasi 100mila statali. Una manifestazione per dire al governo che o si cambia o sarà sciopero generale. Erano attese 50mila persone secondo le stime della vigilia ma ne sono arrivate molte di più, il doppio per gli organizzatori. I lavoratori del pubblico impiego, guidati dai sindacati, hanno manifestato contro il nuovo blocco di un anno del contratto, fermo ormai dal 2010, previsto dalla legge di Stabilità. Una manifestazione unitaria che arriva a due settimane da quella della Cgil del 25 ottobre e quella di nuovo unitaria dei pensionati del 5 novembre.

«L'impegno che deve venire è che se non ci saranno risposte nei prossimi giorni si prosegua con lo sciopero», ha detto Susanna Camusso, la numero uno della Cgil, aprendo il corteo da Piazza della Repubblica affollata già da mezzogiorno. La segretaria si è presentata con una spiritosa t-shirt rossa con il disegno di una bottiglia di profumo e la scritta 'Arrogance, profumo di premier' e un gettone del telefono come spilla sul colletto della camicia per rispondere così alla metafora usata dal premier Renzi che dalla Leopolda aveva ironizzato su alcune cetegorie del paese, arretrate come se volessero usare un gettone telefonico per l'iPhone.

Sullo sciopero generale almeno per gli statali c'è stata unità di vedute da parte dei tre segretari, Rossana Dettori della Fp-Cgil, Giovanni Faverin, Funzione Pubblica Cisl e Carmelo Barbagallo, segretario generale aggiunto della Uil: se il governo non cambia la Stabilità «sarà sciopero generale senza se e senza ma a dicembre», hanno detto aprendo il corteo che da Piazza della Repubblica si è mosso intorno alle tredici verso Piazza del Popolo. «Speriamo questa manifestazione basti a sturare le orecchie del governo», ha detto Anna Maria Furlan, numero uno della Cisl, per la quale «chi mette contro chi un lavoro ce l'ha contro chi non ce lo ha si assume una grande responsabilità». Per Barbagallo «se il governo non ci convocherà per i rinnovi contrattuali del pubblico impiego, la prossima mossa sarà la proclamazione dello sciopero generale di tutti i lavoratori senza rinnovi contrattuali, non solo del pubblico impiego ma anche privati».

Il corteo è arrivato in piazza del Popolo dove sul palco si sono avvicendati 12 lavoratori statali, precari e non, per dare il loro contributo mentre dalla piazza si levavano spesso le richieste di sciopero dai lavoratori. A Piazza del Popolo anche Maurizio Landini, che ha accusato il governo di fare accordi con Confindustria e di dividere il paese. E dal palco nuova dura accusa della Cgil al governo: «Smettete di fare i dilettanti allo sbaraglio. Il lavoro è una cosa seria», ha detto la Camusso. «Non accettiamo e non accetteremo un nuovo blocco del contratto», ha aggiunto, tra gli applausi, Anna Maria Furlan che ha detto a Renzi che non si possono fare «le riforme con 2 slide e una consultazione on line. Bisogna partire dalla contrattazione».

A fine serata i tre segreteri hanno tirato le somme delle azioni unitarie di questi giorni in un incontro dietro il palco. Secondo i leader sindacali, dopo i risultati positivi la parola spetta la governo. «Speriamo ora il governo abbia le idee più chiare sulle nostre richieste», hanno detto.