28 marzo 2024
Aggiornato 10:30
Sciopero generale FIAT

Landini offre la piazza alla Cgil: Noi pronti, fino a sciopero

Dal leader della FIOM duro attacco alla Fiat e critiche a Monti. Il sindacalista ha confermato il suo no a qualsiasi ipotesi di cancellare l'articolo 18. Fischi alla confederazione

ROMA - I metalmeccanici della Fiom hanno scioperato per otto ore contro le scelte giudicate «sbagliate» della Fiat, ma anche a difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori; per la democrazia sindacale; contro alcuni provvedimenti attuati dal Governo Monti, per esempio la riforma delle pensioni; e per la riconquista di un contratto di categoria «degno di questo nome».

Nel frattempo, hanno riconquistato piazza San Giovanni a Roma dopo gli scontri del 16 ottobre durante la manifestazione degli indignati. E dal palco, il leader delle tute blu della Cgil, Maurizio Landini, ha attaccato la Fiat denunciando gli «autoritarismi» del suo amministratore delegato Sergio Marchionne, perchè continuando in questo modo «non va da nessuna parte». Il segretario generale della Fiom ha riservato critiche anche al Governo Monti sia per come ha gestito la riforma delle pensioni che per come sta conducendo il tavolo sul mercato del lavoro.

Il sindacalista ha confermato il suo no a qualsiasi ipotesi di cancellare l'articolo 18. «Non si tocca e questo è un punto chiave», ha detto. Ha poi chiesto al premier Mario Monti di convocare la Fiat per vincolarla alla realizzazione di investimenti in Italia. Sulla vicenda Fiat «andremo avanti fino in fondo - ha affermato Landini - non abbiamo alcuna intenzione di chinare la testa. E dico a Governo e Parlamento di far rispettare leggi e Costituzione e di non calarsi il cappello di fronte a Marchionne».

La Fiom ha promesso battaglia su tutti i fronti: dalla Fiat alla contrattazione, dalla democrazia e rappresentanza al mercato del lavoro. E proprio su quest'ultimo tema, Landini ha avvertito che «se già a partire dal tavolo della prossima settimana non ci saranno risposte sull'estensione dei diritti continueremo la battaglia e la mobilitazione. Offriamo questa piazza a tutta la Cgil perché si possa continuare. Ma con chiarezza diciamo anche che i metalmeccanici sono disposti a tornarci e a starci, fino allo sciopero generale, e ad andare anche sotto i palazzi del Governo perché qui in piazza c'è il paese reale».

La Cgil si è intanto beccata i fischi e la contestazione della piazza. Appena presa la parola dal palco, il segretario confederale Vincenzo Scudiere è stato accolto con bordate di fischi. Il Segretario generale Susanna Camusso era impegnata negli Stati Uniti. La contestazione si è intensificata quando Scudiere ha iniziato a parlare di riforma del mercato del lavoro. A quel punto si è levato il grido «buffone, buffone» e la piazza ha invocato lo sciopero generale.

Al corteo hanno partecipato delegazioni di studenti, della sinistra radicale e dei movimenti civici come quello dei 'No Tav'. Proprio la presenza dei 'No Tav' e, in particolare, la scelta della Fiom di far parlare dal palco il presidente della comunità montana della Val di Susa ha indotto il Pd a disertare la manifestazione. Tuttavia, a titolo personale, in piazza erano presenti alcuni parlamentari del Pd come Vincenzo Vita e Paolo Nerozzi. E c'era anche qualche bandiera del partito di Pier Luigi Bersani.