12 ottobre 2025
Aggiornato 06:00
La crisi europea

Draghi: «Il futuro dell'Euro dipende dalla capacità di creare lavoro»

Il Presidente della BCE: «Tutti i paesi dell'unione dovrebbero avere un interesse a raggiungere questi obiettivi, anche alla luce degli gli alti costi che deriverebbero da una minaccia alla coesione dell'unione. Disoccupazione malattia dei paesi con problemi debito sovrano».

JACKSON HOLE - «Non è raro avere disparità nel livello di disoccupazione tra i diversi paesi» dell'Eurozona, «ma l'area euro non è una unione politica e quindi non ha meccanismi permanenti di condivisione del rischio. Anche i flussi migratori» tra i vari paesi dell'euro «sono relativamente piccoli e difficilmente contribuiscono agli aggiustamenti del mercato del lavoro dopo shock rilevanti», lo ha detto il presidente della BCE, Mario Draghi, nel suo intervento al forum delle banche centrali in corso a Jackson Hole (USA).
«La coesione di lungo termine dell'area euro dipende dalla capacità dei singoli paesi dell'unione di raggiungere livelli sostenibili di elevata occupazione. Tutti i paesi dell'unione dovrebbero avere un interesse a raggiungere questi obiettivi, anche alla luce degli gli alti costi che deriverebbero da una minaccia alla coesione dell'unione», ha sottolineato Draghi.

Disoccupazione malattia dei paesi con problemi debito sovrano - Al contrario degli Usa, ha spiegato il presidente della Bce, Mario Draghi, nel suo intervento al Forum delle banche centrali in corso a Jackson Hole (Usa), l'Eurozona ha subito due recessioni e questo è rilevabile dall'andamento del tasso di disoccupazione nell'area euro e negli Stati Uniti. Dal 2008 all'inizio del 2011, «la fotografia è la stesse, prima la disoccupazione cresce e poi inizia a scendere», ha detto Draghi, «in quanto la fonte dello shock era comune» alle due aree, la crisi in altre parole «era sincronizzata» sia a livello di mercati finanziari, sia a livello di caduta del commercio mondiale, associata a una correzione al ribasso nei prezzi delle attività «in particolare in quelli delle case».
Poi la divergenza, quando nel 2011 scoppia la crisi del debito sovrano, prima Grecia, poi Irlanda, Portogallo, a seguire Spagna e Italia. Per cui negli Usa «la disoccupazione ha continuato a scendere», nell'Eurozona è «cominciata la risalita fino al picco dell'aprile 2013». Con una grande differenza, nell'unione monetaria, ,questa volta, «la perdita di posti di lavoro si è concentrata in quei paesi vittime delle tensioni di mercato sui titoli del loro debito pubblico».
Da qui, ha sottolineato Draghi, la frammentazione dei mercati dell'euro, il blocco dei meccanismi di trasmissione della politica monetaria e «la disabilitazione parziale degli strumenti di stabilizzazione macroeconomica». Draghi ha poi sottolineato come le riforme strutturali intraprese da alcuni paesi abbiano avuto effetti diversi. In Irlanda dove c'era un mercato del lavoro flessibile, il recupero dell'occupazione è stato più veloce rispetto ai paesi che hanno invece dovuto ridurre le rigidità e solo ora cominciano a vedere una inversione di tendenza, come nel caso della Spagna.