24 aprile 2024
Aggiornato 14:00
La crisi ucraina

«Villania del gas» dell'Ucraina

La Russia, l'Ucraina e l'Unione Europea lunedì continueranno i negoziati sui debiti del gas di Kiev e sulle future forniture del «carburante blu» all'Ucraina. Secondo l'affermazione della parte ucraina, ha già disposto venerdì scorso il trasferimento alla Russia dei soldi per l'estinzione di una parte del debito che Kiev non contesta – 786 milioni di dollari USA.

La Russia, l'Ucraina e l'Unione Europea lunedì prossimo continueranno i negoziati sui debiti del gas di Kiev e sulle future forniture del «carburante blu» all'Ucraina. Secondo l'affermazione della parte ucraina, ha già disposto venerdì scorso il trasferimento alla Russia dei soldi per l'estinzione di una parte del debito che Kiev non contesta – 786 milioni di dollari USA.

I soldi saranno accreditati sul conto del Gazprom soltanto oggi. Nello stesso tempo sia i rappresentanti russi sia quelli europei hanno comunicato che l'Ucraina sarebbe d'accordo sul debito che ammontava a 2,2 miliardi di dollari USA ai primi dello scorso aprile.

La Russia di nuovo è venuta incontro all'Ucraina, ha costatato il commissario europeo per l'energia Günther Oettinger. Secondo le sue affermazioni, inizialmente Mosca ha posto come condizione per la continuazione dell'ulteriore dialogo il pagamento di tutti i conti presentati – 2,2 miliardi di dollari USA. Venerdì scorso invece i rappresentanti russi hanno acconsentito di continuare i negoziati dopo aver atteso l'arrivo perfino della somma di gran lunga inferiore. Il ministro dell'energia russo Aleksandr Novak ha fatto notare che la situazione è assai complicata:

Esistono due contratti vigenti che non sono stati aboliti e che sono da tutti confermati. Nell'ambito di questi contratti Gazprom assolve appieno ai propri impegni riguardanti le forniture del gas e il pagamento del transito. Il prezzo è stabilito in base a una formula. E, in linea di principio, se non fosse stato per la mancanza di volontà da parte dell'Ucraina di pagare e di mettersi d'accordo su qualche prezzo nuovo, noi vivremmo in una normale situazione. Noi siamo pronti, come si dice, a fare un gesto di buona volontà – concedere qualche sconto, esaminare la questione della soluzione riguardante i debiti. Ciononostante difatti già da sei mesi si sta accumulando il debito per il gas fornito. E dalla fine di febbraio non arriva nemmeno un centesimo né un dollaro.

Il capo del governo russo Dmitrij Medvedev ha dichiarato venerdì scorso che Mosca in questa fase deve accertarsi che l'Ucraina vuole pagare e ha iniziato a farlo. Qualsiasi altro tipo di domanda è impossibile, ha fatto notare il premier: «Quando sento dire: 'Fateci un altro prezzo e allora noi vi pagheremo', - è una villania. I partner decenti non si comportano in tal modo, e perfino poco decenti non si comportano in tal modo».

Il debito ucraino per le forniture russe ha cominciato a formarsi nello scorso novembre quando il gas costava a Kiev 380 dollari USA per mille metri cubi. Dall'inizio del 2014 è stato applicato uno sconto aggiuntivo e il prezzo reale del gas è sceso fino a 268 dollari USA. Tuttavia a partire dall'aprile la Russia, non avendo ricevuto affatto i soldi, ha abolito tutti gli sconti – ciò è stato previsto dal contratto. In aprile e maggio il gas è stato fornito all'Ucraina al prezzo di 485 dollari USA. Partendo da questo diagramma del cambiamento del prezzo la Russia calcola il debito di Kiev, la quale invece, come si è saputo venerdì, ritiene il prezzo "giusto" di 268 dollari USA e vuole calcolare l'intero debito di sei mesi applicando proprio questo prezzo. Arseny Yatseniuk, nominato primo ministro dalla Verkhovna Rada, ha dichiarato che l'Ucraina non accetterà il prezzo "di quasi 500 dollari" e i negoziati fissati per lunedì prossimo si concluderanno con la firma di un nuovo accordo sulle forniture del gas oppure con un ricorso di Kiev all'arbitrato internazionale.

D'altronde qualunque fosse il prezzo calcolato l'Ucraino non ha comunque i soldi. In sostanza pagherà l'Europa. Il commissario europeo Oettinger ha riconosciuto venerdì scorso che l'Unione Europea ha bisogno del «tubo» ucraino poiché per ora né North Stream né South Stream sono in grado di risolvere completamente i problemi del 2014. «Non è il compito nostro di pagare direttamente a Gazprom, ma noi dovevamo aiutare per dare la possibilità a Kiev di pagare per se stessa», - ha detto Oettinger, facendo riferimento agli aiuti finanziari dell'Unione Europea.

Il fattore europeo è molto importante, fa notare il presidente della Commissione per l'energia della Duma Ivan Graciov.

E' un fatto positivo che l'Ucraina dà retta ai ragionamenti dell'Europa. Risulta che se l'Europa insiste, se l'Europa si accorda con la Russia, allora l'Ucraina in sostanza è costretta a seguire queste decisioni. Perciò le prospettive per lunedì prossimo sono normali. Cosicché il prezzo potrà essere ridotto dai 485 dollari USA – su questo erano d'accordo sia Gazprom sia il ministero per l'Energia, sia la Duma. Dunque l'argomento dei negoziati può essere che il prezzo per l'Ucraina – con gli sconti come in Europa – sia simile a quello medio europeo.

Secondo le valutazioni degli esperti, il prezzo medio europeo sul gas russo d'importazione sarà quest'anno 372 dollari USA per mille metri cubi. Nello stesso tempo si sa che la Turchia, ad esempio, paga 400 dollari USA, la Germania - 380 dollari USA, la Repubblica Ceca – 430 dollari USA, la Bulgaria – 360 dollari USA, mentre la Lituania – circa 500 dollari USA. In ogni caso la Russia si metterà a discutere possibili sconti sul gas per l'Ucraina nell'ambito di un approccio di mercato, mentre il prezzo di 268 dollari USA offerto da Kiev non ci rientra in alcun modo, ha accentuato il ministro dell'Energia russo Novak.

Il problema sta anche nel fatto di tempi molto ristretti. A causa dei debiti Gazprom applica all'Ucraina il regime del pagamento anticipato. Se il conto preliminare non sarà pagato da Kiev lunedì prossimo allora martedì il 3 giugno la Russia ha il pieno diritto di bloccare completamente le forniture del gas all'Ucraina.