Lavoro, «Avvenire» a Monti: Meno fretta sul posto fisso
L'economista Bruni elogia il mestiere: Più mediazione sociale. Casini: Il posto fisso piace a tutti, ma serve flessibilità. Napoli: Monti ora passi ai fatti, il Pdl è al suo fianco. Brunetta: Togliere il tabù dell'articolo 18, ingessa il mercato
ROMA - Ci sono «tesi condivisibili e sagge» in quanto afferma sul mercato del lavoro il presidente del Consiglio Mario Monti, «sia nelle dichiarazioni ufficiali sia nelle apparizioni televisive», ma il discorso relativo al lavoro dei giovani e al posto fisso «avrebbe bisogno di meno fretta, di più mediazione sociale e di una valutazione più approfondita e meditata», secondo Avvenire, che affida all'economista cattolico Luigino Bruni un editoriale di prima pagina intitolato E sì, ci vuole mestiere.
«E' molto triste - scrive il quotidiano della Cei, che non menziona mai apertamente la battuta televisiva di Monti sulla «monotonia» del posto fisso - vedere tanti diplomati e laureati che a distanza di dieci anni dal diploma o dalla laurea fanno una gran fatica a dire ad amici e parenti, e a se stessi, quali siano il proprio lavoro e le proprie competenze, quale sia il proprio mestiere». L'economista focolarino fa un elogio del 'mestiere': «La società tradizionale era stata capace di creare una forte etica del lavoro basata sui mestieri, che ha retto la nostra civiltà per secoli: fabbri, panettieri, maestre, operai e dottori hanno dato serietà e ordine non solo all'economia ma all'Umanesimo dell'occidente. E', infatti, il mestiere il grande tema che va posto al centro del dibattito sul lavoro, senza guardare nostalgicamente indietro, ma con la consapevolezza che senza mestieri, antichi, nuovi e nuovissimi, non c'è sviluppo. Ma che mestiere fa oggi un laureato in economia che ha trascorso due anni in stage, uno in amministrazione di una impresa, due in una società di consulenza, tre in una assicurazione? Che mestiere fa un perito (cioè un esperto diplomato) che non trova neanche un posto da apprendista? Che cosa sa fare e in che cosa è competente?». Conclude Avvenire che «il primo atto di fiducia verso un giovane è dargli la possibilità di coltivare la sua vocazione lavorativa, da cui dipende la felicità (eu-daimonia) individuale e pubblica».
Casini: Il posto fisso piace a tutti, ma serve flessibilità - Il famoso 'posto fisso' farebbe piacere a tutti, ma la fase storica nella quale viviamo ci spinge a pensare a maggiore «flessibilità» nel mondo del lavoro. Così il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, interpellato a Napoli a margine di una serie di incontri con esponenti politici campani del partito.
Per Casini, quando si parla di lavoro si deve «tenere presente non solo dei disoccupati che protestano, ma anche delle migliaia di giovani silenziosi che stanno a casa perché non trovano lavoro». «Bisogna fare di tutto perché questi giovani non siano precari e disoccupati permanentemente» garantendo «maggiore flessibilità e possibilità di inserirsi nel mondo del lavoro, tenendo presente che il famoso posto fisso forse farebbe più piacere a tutti, ma oggi - ha concluso Casini - si va verso una fase che non è possibile garantirlo a tutti».
Napoli: Monti ora passi ai fatti, il Pdl è al suo fianco - «Il presidente del Consiglio Mario Monti ha fatto affermazioni importanti e del tutto condivisibili in materia di riforma del lavoro. Il sì del PdL è in sintonia con la strategia illustrata da Monti e dal ministro Fornero negli ultimi giorni. Si tratta adesso di tradurre coerentemente in atti di governo queste enunciazioni. Monti ci troverà al suo fianco». Lo ha affermato il Vicepresidente dei deputati del Pdl Osvaldo Napoli.
«Non si preoccupi dell'evanescenza della maggioranza: importante è avere la maggioranza. Su altre materie, eccentriche rispetto al programma di governo, non esistono vincoli di maggioranza e pertanto l'esecutivo non corre rischi», ha aggiunto.
Brunetta: Togliere il tabù dell'articolo 18, ingessa il mercato - «Il reintegro non c'è in nessuna altra parte del mondo tranne in Germania, dove comunque si propende per l'indennizzo. L'articolo 18 è un fatto simbolico pieno di conseguenze economiche. Moltissime imprese non vanno sopra la soglia dei 15 dipendenti per evitare l'articolo 18. Molti datori di lavoro infatti assumo a tempo determinato perché i vincoli sono più leggeri. Si crea un irrigidimento preventivo che ingessa il mercato del lavoro». E' questo il commento al dibattito sul mercato del lavoro di Renato Brunetta, ospite a Tgcom24.
«Se fossi nei panni della Fornero metterei mano al processo del lavoro che è troppo lungo. Poi definirei la quantità dell'indennizzo e toglierei questo tabù per tutti i lavoratori, perché io non sono d'accordo sulla regola dei 15 dipendenti, si balcanizza la realtà del lavoro», aggiunge.