Turchia, 57 arresti per il fallito golpe negli ambienti della Borsa
Le autorità turche hanno arrestato 57 persone, ex funzionari della Borsa, sospettate di essere in qualche modo collegate al fallito colpo di Stato del 15 luglio
Le autorità turche hanno arrestato 57 persone, ex funzionari della Borsa, sospettate di essere in qualche modo collegate al fallito colpo di Stato del 15 luglio
La repressione voluta da Tayyp Recep Erdogan non si ferma: in una nuova operazione legata al fallito golpe del 15 luglio scorso ha visto 3.224 nuovi mandati d'arresto spiccati, con 1.000 arresti già effettuati
Si è svolta nella cattedrale del Cristo Salvatore, a Mosca, in Russia, la funzione religiosa per i funerali dei Andrej Karlov, ambasciatore russo in Turchia
Una delegazione russa è arrivata stamattina ad Ankara per partecipare alle indagini sull'assassinio dell'ambasciatore russo in Turchia, Andrey Karlov
Il presidente Erdogan è stato chiaro: l'attacco non comprometterà il riavvicinamento tra Russia e Turchia in alcun modo. Un messaggio rivolto agli ambienti gulenisti e, forse, alla stessa Cia
Duri attacchi dalle due sponde dell'Oceano contro gli ennesimi arresti di giornalisti in Turchia. Il quotidiano ha titolato: «Può la democrazia turca sopravvivere al presidente?», mentre la cancelliera tedesca ha definito «allarmante» la situazione sulla libertà di stampa nel Paese
Nell'ultima settimana sono stati emessi mandati di arresto per almeno 89 giornalisti. Tutti accusati di far parte del braccio mediatico dell'«organizzazione terroristica» del predicatore Fethullah Gülen - in esilio volontario dal 1999 negli Stati Uniti - ritenuto da Ankara l'ideatore del putsch.
I dimostranti, molti dei quali inalberavano torce accese, sfilavano all'ombra di grandi striscioni con slogan nazionalisti, inveendo violentemente contro l'imam in esilio Fethullah Gulen. Erdogan: «I golpisti sono terroristi, traditori senza onore».
Ci sono state manifestazioni a favore del presidente turco in diverse città tedesche, minacce ai sostenitori di Gulen: rabbia e risentimento sono scoppiati anche sui social network e il timore del governo è che possano arrivare per le strade.
Niente reinstaurazione della pena di morte - almeno non ancora - ma tre mesi di stato di emergenza: questa la decisione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan ad Ankara
Mentre il governo turco continua l'epurazione dell'apparato statale da tutti i possibili membri sospetti di avere legami con il tentato golpe del 15 luglio scorso, restano tutte le incertezze riguardo ai possibili ulteriori sviluppi del drammatico episodio. E molte domande a cui rispondere.
Il governo turco ribatte alle voci persistenti che ipotizzano un coinvolgimento dello stesso presidente turco Recep Tayyp Erdogan nel colpo di stato di venerdì, accuse definite assurde.
Dopo l'Esercito, la Polizia e la Giustizia, nel mirino del presidente turco è entrato anche il mondo dell'istruzione, con la richiesta da parte del ministero competente di sospendere 15.000 dipendenti.
Il premier turco Binali Yildirim ha cercato di rassicurare Bruxelles e Washington, che hanno espresso timori sulle «purghe» messe in atto da Erdogan dopo il golpe. Mogherini: «Con pena di morte, Turchia mai in UE».
Il bilancio parla di circa 250 morti, di cui un centinaio di golpisti uccisi e centinaia di feriti. E sarebbero stati arrestati migliaia di soldati per presunto coinvolgimento nel tentato colpo di Stato. Sospesi 2.745 giudici e cinque membri del Consiglio superiore dei giudici e dei pubblici ministeri.
Scatta l'ora della resa dei conti, già sanguinosa, mentre il Governo turco dichiara definitivamente fallito il tentativo di golpe. Ma il presidente Recep Tayyip Erdogan esorta la popolazione a presidiare le strade, evocando la possibilità di un colpo di coda dei rivoltosi.
Il golpe è fallito anche perché i manifestanti hanno aiutato la polizia fedele ad Erdogan ad arrestare i militari ribelli. Il capo delle forze armate turche ad interim Umit Dundar ha annunciato che sono stati uccisi 104 golpisti
Oltre 90 i morti, 1200 feriti e più di 1.500 soldati arrestati dalla polizia. Erdogan Recep Tayyip è riuscito a invertire inaspettatamente le sorti del colpo di Stato di Ankara e ad avere la meglio sui militari
Con una sequenza di eventi inattesi, drammatici, sanguinosi, susseguitisi per tutta la notte, l'esito della lotta per il potere sembra deciso: il presidente Recep Tayyip Erdogan e il suo governo restano in sella, i militari hanno fallito. Intanto il presidente turco punta il dito contro il potente imam Gulen.
Le forze di sicurezza hanno proceduto all'arresto di 336 persone, per la gran parte militari e alcuni colonnelli. Intanto dagli Stati uniti dove risiede, il predicatore Fethullah Gulen, nemico giurato del presidente turco Erdogan, ha condannato il tentato golpe in Turchia «nei termini più forti».