18 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Giustizia

Tangenti in Algeria: cadute le accuse per ENI e Scaroni

Prosciolti anche Antonio Vella e Yam Atallah. Andranno invece a giudizio l'ex direttore operativo di Saipem, Pietro Varone, l'ex direttore finanziario, Alessandro Bernini, l'ex ad Pietro Franco Tali, come Farid Noureddine Bedjaoui, fiduciario dell'allora ministro dell'energia dell'Algeria, Samyr Ouraied, uomo di fiducia di Bedjaoui e Omar Habour, considerato il riciclatore delle mazzette

Giustizia

Processo Saipem: cosa ha detto Scaroni ai pm

Una settimana fa l'Eni aveva smentito la notizia che l'attuale amministratore delegato del Cane a sei zampe, Claudio Descalzi, abbia mai conosciuto Farid Bedjaoui, il franco algerino ritenuto dai magistrati di Milano l'intermediario della maxi tangente da 198 milioni di dollari che sarebbe stata versata da Saipem ai politici algerini in cambio di commesse petrolifere per 8 miliardi

Solo Orsi escluso, dopo la richiesta di patteggiamento

Processo Saipem: non si salva nessuno

Chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati nel procedimento sulla presunta corruzione internazionale della controllata Eni in Algeria. Sul banco degli imputati ci sono diversi top manager di Saipem: l'ex ad, Pietro Franco Tali, l'ex direttore finanziario, Alessandro Bernini, l'ex direttore operativo, Pietro Varone, oltre all'ex responsabile di Eni per il Nord Africa, Antonio Vella.

Dopo la bocciatura nel 2014 il Mef ha fatto marcia indietro

ENI e la clausola di onorabilità

La norma sancisce l'ineleggibilità o la decadenza per quei dirigenti che sono stati raggiunti da una condanna, anche non definitiva, per alcune categorie di illeciti tributari, reati contro la pubblica amministrazione o violazioni delle norme del codice penale sulle società, come false comunicazioni sociali, infedeltà patrimoniale, ostacolo all'autorità di vigilanza

Agenzia delle Entrate sarà parte civile

Processo Saipem: Tullio Orsi chiede il patteggiamento

L'ex presidente della controllata Eni in Algeria ha proposto di scontare una pena detentiva di 2 anni e 10 mesi e di farsi confiscare 1 milione e 250 mila euro circa. L'ex ad del Cane a sei zampe, Paolo Scaroni, ha chiesto di essere interrogato. Prossima udienza fissata per il 12 giugno. Entrambi con altre 5 persone sono accusati di corruzione internazionale

«Sono convinto che presto sarà definitivamente svenduta»

Terremoto Grillo all'assemblea degli azionisti ENI

Il Cane a sei zampe «da molti anni gestisce un sistema corruttivo a livello internazionale, una attività criminogena fondata su tre gambe: l'attività corruttiva vera e propria», il succedersi dei «governi» complici e «il dissesto politico-sociale dei Paesi che depreda». Poi il leader del M5s annuncia la richiesta di una commissione parlamentare d'inchiesta su Saipem