24 settembre 2023
Aggiornato 00:00
Calcio

Roberto Mancini: «Momento duro, sogno l'inno in panchina. Nel 2021 la nazionale sarà più forte»

Il ct azzurro racconta di aver perso una amico per il coronavirus: «Mi ha chiamato mia sorella per dirmi che è morto un amico che da bambino giocava a calcio con me: lavorava alla Croce Verde»

Roberto Mancini, allenatore della nazionale
Roberto Mancini, allenatore della nazionale Foto: ANSA

ROMA - Il rinvio di Euro 2020 è stato traumatico. «Lì ho sentito la botta della delusione. Mi sono fermato». Roberto Mancini è a Roma, chiuso in casa ormai da due settimane come tutti gli italiani: «L'inno cantato sui balconi è l'immagine più autentica del nostro paese», ha raccontato il ct della Nazionale nel corso di una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport. «Ci rappresenta, è l'Italia che dà il meglio di sé nelle difficoltà». L'emergenza coronavirus ha toccato anche il mondo di Mancini: «Io e la mia famiglia stiamo bene, anche se sono preoccupato per i miei genitori a Jesi. Mi ha chiamato mia sorella per dirmi che è morto un amico che da bambino giocava a calcio con me: lavorava alla Croce Verde. Nessuno era pronto per questo inferno». Anche nel momento più duro non perde la fiducia: «Bisogna pensare sempre positivo», esorta l'allenatore. «Sono convinto che il campionato a maggio ripartirà, recupereremo la nostra normalità e io potrò incontrare i miei giocatori negli stadi e riunire la Nazionale».

Mancini: «Ho perso un vecchio amico»

«Europeo? Ci abbiamo perso tutti. Ma avremo ancora più fame». Mancini rivela poi le ultime giornate prima dello stop: «Ho chiamato qualche giocatore, facendo particolare attenzione agli infortunati. Stavo lavorando alle amichevoli con Germania e Inghilterra, cominciavo a preparare l'Europeo», il rammarico del ct. «Dopo tante sofferenze, questa gente avrebbe meritato la gioia di un grande evento per distrarsi e ripartire. Ma quando succederà i giocatori avranno così voglia di giocare che l'entusiasmo compenserà la stanchezza. Sarà bellissimo».

«Nel 2021 la nazionale sarà più forte»

Che Italia sarà nel 2021? «Partiamo dal fatto che ci abbiamo perso tutti. Poi senz'altro il recupero di Zaniolo sarà importante e i tanti giovani che abbiamo tra un anno saranno cresciuti in esperienza. E occhio alle sorprese dell'ultim'ora: se ripete la stagione in corso, considererò anche Caputo». La Nazionale studia la ripartenza, da casa. «Continuiamo a giocare di squadra, rispettando le regole», chiude Mancini. «Usciremo da questa partita ancora più forti. E io sto già aspettando l'inno in piedi davanti alla panchina: sarà un'emozione fortissima».

Medici, facciamo il tifo per voi

«Facciamo il tifo per voi, a nome degli Azzurri e delle Azzurre un ringraziamento speciale ai dottori, agli infermieri ed a tutto il personale ospedaliero. Un abbraccio grande e grazie per tutto quello che state facendo». Con il messaggio dei capitani delle nazionali di calcio, Giorgio Chiellini e Sara Gama, si conclude la campagna di comunicazione #leregoledelgioco, promossa dalla Figc che attraverso gli Azzurri e le Azzurre vuole contribuire a sensibilizzare i cittadini sulle norme da seguire per contenere la diffusione del coronavirus. Il presidente Gravina: «l'impegno della Figc non si ferma qui: nei prossimi giorni lanceremo altre iniziative a sostegno di tutti coloro che stanno fronteggiando l'emergenza in prima linea».

Tommasi: «Insensato riprendere allenamenti»

«Mi auguro che presto si potrà tornare a giocare perché il calcio sarà un termometro della società: quando il pallone rotolerà di nuovo, saremo quasi fuori da questo incubo». Lo ha detto il Presidente dell'Aic Damiano Tommasi. «Come hanno fatto gli inglesi, trovo più corretto dire che non si riprenderà fino a una certa data, piuttosto che indicare un giorno. Questo è il momento di vivere alla giornata anche perché il dato dei decessi è agghiacciante. In Spagna il Valencia ha il 35 per cento di contagiati e questo vuol dire che il calcio deve prestare grande attenzione a quello che fa».

«Chi pensa di avvantaggiarsi facendo allenare i suoi tesserati, non so cosa abbia in mente -ha proseguito Tommasi sul sito dell'Aic-. Lo dico senza voler fare polemiche perché questo non è il momento delle polemiche. Allenarsi ora, due mesi prima della ripresa del campionato, però non ha senso. Ed è pure pericoloso. In Spagna ci sono decine di giocatori positivi, mentre in Italia magari non tutti hanno fatto il test e ci sono più asintomatici di quelli che si pensa. La curva dei contagi adesso non dà tregua. Pensiamo a stare in casa. Tutti, nessuno escluso. Il rinvio dell'Europeo aiuterà e magari ci permetterà di concludere i tornei nazionali».