Matteo Bassetti: «Ormai il long Covid è diventato quasi una moda»
L'infettivologo genovese: «Ormai il long Covid è diventato, in molti casi, un diagnosi empirica, quando non si capisce cosa abbia il paziente e non si voglia o non si possa approfondire la diagnostica e il ragionamento clinico»
«Attenzione alle diagnosi errate di long Covid. Ormai il long Covid è diventato, in molti casi, un diagnosi empirica, quasi una moda, quando non si capisce cosa abbia il paziente e non si voglia o non si possa approfondire la diagnostica e il ragionamento clinico». Lo scrive su Facebook l'infettivologo genovese Matteo Bassetti.
«Nelle ultime settimane - sottolinea Bassetti - mi è capitato di curare e seguire persone erroneamente etichettate come 'long Covid' e 'post Covid', che nella realtà avevano altri problemi di salute, non adeguatamente diagnosticati: infezioni fungine polmonari, polmoniti batteriche da Legionella e pneumococco, forme di malattie neurologiche demielinizzanti, neuriti post-erpetiche, ecc».
«Noi al San Martino - conclude il direttore della clinica di malattie infettive dell'ospedale genovese - siamo stati tra i primissimi, insieme ai colleghi pneumologi, cardiologi, neurologi e psichiatri, ad occuparci di questo tema e continuiamo a seguire e a visitare moltissime persone, ma ci siano accorti che, grazie alle vaccinazioni, i quadri sono molto più rari e soprattutto meno gravi».
Gimbe: «Tornano a salire i contagi, + 18,7% in 7 giorni»
Tornano a salire i contagi, +18,7% in 7 giorni, in calo le terapie intensive (-15,1%) e i ricoveri ordinari (-15,5%), mentre restano stabili i decessi (+1,7%). Il monitoraggio della fondazione gimbe rileva, nella settimana 17-23 agosto, un aumento dei nuovi casi (177.877 vs 149.885) dovuto al verosimile aumento della circolazione virale, oltre che al «rimbalzo» post ferragosto. In 6 province incidenza sopra i 500 casi per 100 mila abitanti. In calo gli indicatori ospedalieri (-1.166 ricoveri in area medica, -45 in terapia intensiva) e stabili i decessi (759). Sostanzialmente ferme, invece, le percentuali di chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino (88,2% della platea) e di chi ha completato il ciclo vaccinale (86,7% della platea).
«Con l'arresto della discesa dei casi, una popolazione a rischio molto numerosa e senza un piano di preparazione per la stagione autunno-inverno si rischia di compromettere la salute e la vita delle persone più fragili», commenta la Fondazione.
Oggi si registrano 23.438 casi e 84 decessi
Continua la flessione della curva epidemica. Per le infezioni da Covid-19 oggi si registra il numero di 23.438 casi, dopo che ieri erano 25.389. Anche le morti sono in calo. Sempre secondo il bollettino quotidiano del ministro della salute i decessi sono 84. Segno meno anche per ricoveri (-166) e intensive (-5). Il tasso è al 15,2 per cento, in leggero aumento rispetto a ieri, che era al 14,6.
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