4 dicembre 2023
Aggiornato 01:30
L'intervista a Rtl 102.5

Roberto Speranza a Salvini e Meloni: «Basta ambiguità sui vaccini»

Il Ministro della Salute: «Ci sono opinioni antiscientifiche che non ci aiutano. Covid problema aperto, dose di richiamo sopra i 60 anni. Mascherina quando è necessario, a scuola si parte senza»

Il Ministro della Salute, Roberto Speranza
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza Foto: Agenzia Fotogramma

«Spero davvero che l'esito delle elezioni non influenzi la campagna vaccinale da ministro della Salute. Vorrei che tutte le forze politiche assumano un impegno di fronte agli italiani, cioè che il diritto alla salute viene prima di ogni altro interesse e continuare a mettere al centro l'evidenza scientifica. A volte ci sono opinioni antiscientifiche che non ci aiutano». Così su Rtl 102.5 il ministro della Salute Roberto Speranza.

«La battaglia contro il Covid è ancora aperta, io faccio appello a tutti i leader politici di dire che dopo il 26 settembre si continua con la stessa determinazione nella campagna di vaccinazione. Chiedo a tutti di dirlo, anche alle forze politiche dove ci sono stati elementi di ambiguità. Ad esempio dentro Fratelli d'Italia, nella Lega, ci sono state posizioni che sembrano fare l'occhiolino ai no-vax. Su questo tema non bisogna dividersi. I vaccini non sono una questione politica, ma sono un presidio fondamentale che ci ha consentito di chiudere la stagione più drammatica del Covid e di gestire in maniera diversa questa fase in cui abbiamo la circolazione virale alta. Basta ambiguità, lo dico a Salvini, Meloni, sui vaccini si dicano parole chiare. Dobbiamo considerare che qualsiasi cosa accada dopo il 25 settembre, il Paese continuerà sulla linea del rispetto dell'evidenza scientifica, non possiamo permetterci errori su una materia così delicata», ha concluso.

«Covid problema aperto, dose di richiamo sopra i 60 anni»

«Il covid è ancora un problema aperto. Abbiamo strumenti che nei primi mesi più difficili non avevamo. La campagna di vaccinazione in Italia ha avuto un impatto straordinariamente positivo. Il vaccino ha una prima funzione fondamentale, ovvero ridurre l'ospedalizzazione ed evitare che ci siano ricadute troppo pesanti sul nostro Servizio Sanitario Nazionale. L'oltre 90% di persone che in Italia ha fatto il vaccino sopra i dodici anni ci ha messo in condizione di affrontare anche i numeri significativi del contagio degli ultimi mesi in modo più positivo. Ora c'è un'indicazione delle due organizzazioni internazionali di riferimento, l'Agenzia Europea del Farmaco e il Centro Europeo per il controllo e la sorveglianza delle malattie, che invitano tutte le persone sopra i sessanta anni a un'ulteriore dose di richiamo. Noi siamo partiti in Italia, dobbiamo insistere su questo punto, si tratta di proteggere i più fragili. Al momento l'indicazione è sopra i sessanta anni e i fragili di ogni età. Come sempre l'Italia seguirà le indicazioni delle autorità scientifiche internazionali».

«Siamo a oltre due milioni e novecentomila persone che hanno fatto la quarta dose. Dobbiamo insistere, questa percentuale deve crescere. L'auspicio - ha detto ancora - è che con la ripresa di settembre ci possa essere un aumento delle persone che decidono di proteggersi anche in vista della stagione che per il covid è la più complessa tradizionalmente, quindi autunno e inverno. Il mio appello alle persone sopra i sessant'anni è di prenotare la quarta dose, uno scudo importante. Sono in corso procedure per l'autorizzazione dei nuovi vaccini, la capacità dei vaccini di prevenire le ospedalizzazioni è positiva. La scienza continua ad adeguare le proprie indicazioni all'evoluzione delle varianti. I vaccini che abbiamo oggi sono utili e positivi. Lo dimostra il fatto che rispetto a quando non avevamo i vaccini possiamo consentirci anche numeri di circolazione più alti senza un impatto particolarmente grave sulle nostre strutture sanitarie. Il mio appello alle persone sopra i sessant'anni o alle persone fragili è di prenotare subito un'ulteriore dose di vaccino in vista dei mesi più complicati, tradizionalmente autunno e inverno».

«Mascherina quando è necessario, a scuola si parte senza»

«Se a settembre la mascherina a scuola sarà obbligatoria? Alla partenza sicuramente no, poi si valuterà il quadro epidemiologico passo dopo passo. L'auspicio è che si possa utilizzare il tema della raccomandazione e della responsabilità individuale rispetto all'obbligo. Sarei un po' più cauto nel dire no mascherina. No obbligo non significa no mascherina, questo vale per uno stadio, per una serata al cinema o al teatro. Dire che non c'è l'obbligo significa assumere sempre un elemento di responsabilità individuale. Se ci sono situazioni di particolare rischio, la mascherina è sempre utile. Una raccomandazione non significa in maniera secca no mascherina, ma su tutti gli ambiti».

Per Speranza la dovremmo indossare «quando è necessario. Se mi trovo in un posto con numero significativo di persone, oppure in un posto dove non ci sono finestre aperte, anche senza obbligo uso la mascherina. La mascherina è uno strumento utile e in alcune condizioni è uno scudo importante. Le condizioni vanno valutate di volta in volta. Se capito in una riunione che dura diverse ore in un luogo parzialmente chiuso preferisco mettere la mascherina perché mi sento più protetto».

«Siamo gradualmente passati da una dinamica di obblighi a una dinamica di raccomandazioni. La raccomandazione non significa un divieto ma - ha proseguito - che in tutte le situazioni in cui c'è bisogno di proteggersi, la mascherina va usata. Questo vale in tutte le fasi della vita di una persona. La mascherina per me resta uno strumento molto utile e quindi uno strumento che per me resta ancora indispensabile. Gradualmente noi abbiamo superato l'elemento dell'obbligo anche perché ora le persone sono più consapevoli e questo ci mette nelle condizioni di avere un elemento di responsabilità in più da parte di ciascuno», ha concluso Speranza.