Wimbledon: Djokovic fa doppietta, primo acuto per Halep
Il serbo è stato protagonista di un match di altissimo livello contro Federer, riuscendola a spuntare in 5 set con il punteggio di 13-12 nel parziale finale
La finale tra Novak Djokovic e Roger Federer ha fatto calare il sipario su un’edizione di Wimbledon che ha vissuto i suoi momenti più entusiasmante solo dalle semifinali in poi. Lo Slam inglese, infatti, è stato piuttosto parco di emozioni per gran parte della sua durata, con i tre favoritissimi della vigilia (si aggiunga Rafa Nadal ai due finalisti) a fare un sol boccone di tutti gli avversari. Troppa la differenza tra i Fantastici Tre e tutto il resto del plotone, che come al solito s’è dovuto accontentare delle briciole. Alla fine a trionfare è stato Djokovic, che così come 12 mesi fa mette il sigillo su quello che è il torneo più importante del mondo.
Il serbo è stato protagonista di un match di altissimo livello contro Federer, riuscendola a spuntare in 5 set con il punteggio di 13-12 nel parziale finale. Per Nole si tratta del secondo trionfo negli Slam del 2019, dopo aver vinto gli Australian Open a inizio anno e non essere riuscito a raggiungere la finale del Roland Garros vinto da Nadal. Ancora un nulla di fatto invece per Federer, che nel «giardino di casa» dove era riuscito ad alzare già otto volte al cielo il trofeo dei Championships si è dovuto arrendere alla maggior freschezza del suo avversario, a cui deve ben sei anni di differenza. Il risultato del campione svizzero, comunque, può essere considerato più che lusinghiero, considerando la venerabile età di 38 anni e il passo avanti compiuto rispetto a un anno fa quando fu incredibilmente eliminato da Kevin Anderson. L’elvetico si è tolto anche lo sfizio di superare in semifinale l’eterno rivale Nadal, mostrando uno stato di forma invidiabile.
In chiaro scuro, invece, la missione italiana a Wimbledon. Il movimento maschile nostrano è in grande ascesa, spinto anche dalla recente assegnazione dell’ATP delle Finals a Torino a partire dal 2021. Un evento mastodontico per l’Italia che mai si era trovata a organizzare una manifestazione di tale portata nella sua storia. Tornando al campo le speranze azzurre erano legate soprattutto ai nomi di Fabio Fognini e Matteo Berettini. Entrambi festeggiavano prestigiosi traguardi a livello personali raggiunti nelle precedenti settimane, con il ligure capace di entrare nella Top 10 e il romano nella Top 20 dopo i due splendidi tornei disputati a Stoccarda e Halle. Il cammino di Fognini, però, si è fermato troppo presto, eliminato al terzo turno dal certo non irresistibile Tennys Sandgren, ma a far discutere sono state, come troppo spesso avviene, le esternazioni dell’italiano che si è lasciato andare a una pesante invettiva contro gli organizzatori del torneo. Molto meglio, invece, Berrettini che è riuscito a superare un turno in più, raggiungendo per la prima volta in carriera gli ottavi di uno Slam. Peccato che dall’altra parte della rete ci fosse Federer, che non ha avuto pietà dell’azzurro schiantato 6-1, 6-2, 6-2. Il cammino di crescita del romano, però, lascia ben sperare anche in vista del cemento americano, superficie che sulla carta dovrebbe essere molto congeniale. Proprio a New York si disputerà il prossimo Slam, con gli US Open che secondo le scommesse tennis vedono favorito il solito Djokovic quotato a 2.25, seguito da Nadal dato a 5.00, poi da Federer a 6.50 (quote Betway al 15 luglio 2019).
Molto meno prevedibile invece Wimbledon in gonnella, che ha visto il trionfo a sorpresa di Simona Halep. La rumena fa parte delle primissime giocatrici al mondo, ma in carriera aveva all’attivo solo una semifinale ai Championships nel lontano 2014. Per di più la sua annata fin qui non era stata per nulla brillante, ma la rumena è riuscita a innalzare il suo livello proprio nel momento più importante. A farne le spese in finale è stata Serena Williams, data quasi da tutti come la favorita numero uno. L’americana però ha accusato un incredibile passaggio a vuoto nell’atto conclusivo del torneo, finendo sbriciolata in meno di un’ora con un doppio 6-2. Un tonfo che forse segna la fine di un’era, anche perché l’età avanza e le apparizioni su un campo della Williams si fanno sempre più sporadiche, laddove servirebbe invece maggiore costanza. Ma a una tennista che ha scritto la storia dello sport e che è riuscita a raggiungere vette forse impensabili dopo lo stop per maternità, non si può rimproverare proprio nulla.
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