24 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Calcio

Il Milan pensa al dopo Gattuso, ma qualcosa non torna

Il tecnico calabrese non è più sicuro della riconferma come sembrava, ma alcuni nomi dei suoi possibili successori appaiono decisamente deprimenti

Gennaro Gattuso, allenatore del Milan
Gennaro Gattuso, allenatore del Milan Foto: ANSA

MILANO - C’era una volta il Gennaro Gattuso felice e saldo sulla panchina del Milan. Erano i bei tempi delle 5 vittorie consecutive in campionato, dei soli 3 gol incassati nel 2019, della formazione rossonera che era arrivata a toccare la vetta del terzo posto in classifica, a soli 5 punti dal Napoli secondo. Sembra passato un secolo, ma tutto è stato spazzato via in meno di un mese, col ko nel derby contro l’Inter, quello di Genova contro la Sampdoria e il pareggio casalingo contro la pericolante Udinese; è bastato tutto ciò per rigettare nella crisi l’ambiente milanista e lo stesso tecnico, accusato di non essere in grado di tenere le briglie dello spogliatoio quando le cose non funzionano.

Incertezza

E così la panchina di Gattuso è tornata a traballare, complici anche i rapporti non idilliaci con Leonardo che, se avesse avuto l’assenso di Conte, avrebbe già cambiato guida tecnica lo scorso luglio. Gli interrogativi sull’attuale allenatore del Milan sono tanti e sono, ad onor del vero, anche inevitabili: Gattuso sta dimostrando di non aver ancora terminato il suo processo di maturazione, come testimoniano le incertezze della squadra negli scontri diretti e la depressione palesata dai rossoneri all’indomani delle sconfitte più cocenti. Dati che potrebbero indurre la dirigenza a rompere in anticipo l’accordo col tecnico, senza escludere che lo stesso allenatore, sentendosi sfiduciato e messo sotto accusa, possa dire addio a fine stagione, magari dopo aver condotto i suoi alla conquista del quarto posto e, chissà, anche della vittoria in Coppa Italia.

Pole position

A Milanello, intanto, provano ad anticipare i tempi, stilando i progetti alternativi in caso di addio con Gattuso. Il sogno, neanche tanto nascosto, si chiama Antonio Conte, il nome che oggettivamente metterebbe tutti d’accordo e permetterebbe al Milan di fare in brevissimo tempo quel salto di qualità tanto atteso. La strada per arrivare al tecnico pugliese è però ricca di insidie, prima fra tutte l’Inter che da tempo lo corteggia e che, grazie agli ottimi rapporti fra Conte e Marotta, appare la logica favorita nella corsa all’ex commissario tecnico della Nazionale. Ma Leonardo e Maldini vogliono provarci ugualmente, perché le alternative appaiono poco allettanti e risolutrici.

Soluzioni poco allettanti

Maurizio Sarri, dopo aver palesato evidenti limiti di personalità a Napoli, ha clamorosamente fallito al Chelsea dove nessuno, dal club all’ultimo dei tifosi, passando per i calciatori, ha più voglia di vederlo neanche in fotografia; affidargli la ricostruzione del Milan appare quantomeno rischioso. Idem per Rudi Garcia che sia a Roma che a Marsiglia ha alternato guizzi importanti a cadute colossali, e medesimo discorso per Laurent Blanc, fermo dopo l’esperienza al Paris Saint Germain. In seconda fila partono poi Gian Piero Gasperini e Marco Giampaolo, sui quali pendono forti dubbi a livello caratteriale, oltre all’assenza di esperienza ad alti livelli, specie per il secondo. L’impressione, dunque, è che al di là di Conte, nessun profilo appaia poi tanto migliore di Gattuso che avrà tanti limiti ancora, ma che, secondo logica, non dovrebbe essere destituito tanto per lo sfizio di cambiare; al Milan serve il carisma di Conte, per i progetti a lunga scadenza tanto vale tenersi Gattuso.