27 agosto 2025
Aggiornato 18:00
Calcio

Milan: speranza e paura

La decisione dell'Uefa che potrebbe escludere i rossoneri dalle coppe europee è attesa per metà giugno e tiene il popolo milanista sulle spine

Casa Milan, sede dei rossoneri. Il popolo milanista attende risposte dal suo presidente e dall'Uefa
Casa Milan, sede dei rossoneri. Il popolo milanista attende risposte dal suo presidente e dall'Uefa Foto: ANSA

MILANO - La stagione del Milan si era chiusa con una dignitosa qualificazione alla Coppa Uefa, grazie ad un sesto posto in classifica che non aveva certo rispecchiato ed esaudito sogni e velleità di inizio anno, ma sembrava una discreta base da cui ripartire per progettare un'annata migliore a partire dalla prossima estate. Invece, come una doccia gelata poco gradita nonostante il caldo incombente, ecco la bocciatura della Uefa al piano economico presentato da Fassone: "Yonghong Li e la sua gestione non ci convincono", è stata più o meno la risposta data all'amministratore delegato rossonero, col proprietario cinese del Milan costretto ora a tirar fuori in fretta soldi e certezze che ammorbidiscano la posizione di una Uefa ormai prossima a punire severamente il club italiano.

La fiducia

L'esclusione dalle coppe (per una o addirittura tre stagioni) è il terrore del popolo milanista che teme l'ennesima annata buttata, così come la squadra che tanto ha sofferto per quel sesto posto che non sarà stato il massimo traguardo possibile, ma che aveva restituito quella speranza che oggi appare nuovamente avvolta da nubi scurissime. Perchè l'Uefa, dopo aver respinto il voluntay agreement prima ed il settlement agreement poi dovrebbe ora ammoribidire la sua posizione, infliggendo al Milan solo una multa o una reprimenda? L'Uefa, va detto a scanso di equivoci, non ha alcun dente avvelenato coi rossoneri, anzi, avere in Europa la seconda squadra più vincente del mondo in campo internazionale, quella che ha conquistato 7 Coppe dei Campioni (meno solamente del Real Madrid) non può che portare vantaggi e prestigio all'organizzazione, ma occorre che la proprietà milanista esca allo scoperto una volta per tutte, definitivamente, chiarendo quei punti che ancora oggi dopo quasi 14 mesi appaiono nebulosi. Ecco, forse un domani i milanisti benediranno il pugno duro dell'Uefa di questo maggio 2018, forse il Milan è alla svolta reale: Yonghong Li è con le spalle al muro, o rifinanzia mostrando i muscoli veri, i suoi o quelli di chi ha dietro di lui (se c'è qualcuno), o rimette il mandato nelle mani di Elliott che, a sua volta, sonderà il terreno verso una nuova cessione del club, a quel punto più appetibile anche economicamente rispetto a quando lo ha venduto Silvio Berlusconi. Questa, in fondo, è la grande speranza a cui i sostenitori del Milan si aggrappano in questo difficile momento.