Arsenal-Milan: i tre rimpianti rossoneri
La mancata qualificazione ai quarti di finale era nell'aria, ma la squadra di Gattuso ci ha creduto fino in fondo
MILANO - Il Milan ha lasciato sul prato dell'Emirates Stadium di Londra non solo la qualificazione ai quarti di finale di Coppa Uefa, ma anche l'anima, quel vecchio cuore rossonero che i tifosi cantano a squarciagola in ogni circostanza. Lo 0-2 incassato nella gara di andata a San Siro aveva disilluso il popolo milanista, convinto che le speranze di qualificarsi al ritorno fossero ormai vicine allo zero, soprattutto perchè la squadra di Gattuso aveva dato l'impressione di non essere all'altezza dell'avversario, rivelatosi esperto e sornione, capace di andare in gol due volte approfittando di un Milan timoroso.
Crucci
Ed è proprio questo il primo grande rammarico dei rossoneri, vale a dire non aver sfruttato meglio la partita di Milano, arrivandoci con grande carica ma con una certa timidezza, consegnandosi all'Arsenal dopo il primo gol e non riuscendo poi a rimettersi in carreggiata. Logico che arrivare a Londra con lo 0-2 sul groppone non abbia agevolato la rimonta di un Milan che all'Emirates Stadium ha provato a scalare una montagna altissima. Il secondo rammarico è ovviamente l'assurdo calcio di rigore concesso dall'arbitro (anzi, dal tizio dietro la porta che quello doveva vedere e quello ha visto male) ed arrivato proprio pochissimi minuti dopo il vantaggio milanista di Calhanoglu; terminare il primo tempo in vantaggio avrebbe messo pressione ai londinesi, mentre l'1-1 ha riequilibrato le cose troppo in fretta. E infine le occasioni sprecate: il Milan ha un problema ed è evidente, ovvero gli attaccanti creano molto e finalizzano poco, quando non segna Cutrone la lacuna si amplia perchè André Silva si è sbloccato domenica in campionato ma a Londra non si è quasi mai visto, Kalinic è entrato tardi, ha avuto una buona palla per segnare ma se n'è ovviamente guardato bene. Anche Suso, il trascinatore del Milan in serie A, è apparso spaesato, ha sbagliato anche qualche controllo di troppo, mostrando di non essere ancora pronto per palcoscenici così prestigiosi. A lui e a tutta la squadra rossonera serve fare esperienza, serve prendere botte per tornare un giorno la squadra che una volta era la prima nel Ranking Uefa.