29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Calciomercato

Mirabelli sotto attacco per il mercato: ma i colpi sbagliati sono solo due

L’inizio di stagione decisamente complicato ha messo sotto i riflettori la dirigenza rossonera e la sontuosa campagna acquisti messa in piedi da Fassone e Mirabelli. Si parla tanto di Kalinic e di operazioni sbagliate in attacco, ma i colpi mal riusciti forse sono altri. Ad esempio il difensore Musacchio e il centrocampista Calhanoglu: oltre 40 milioni sprecati.

Mirabelli accanto a Fassone e l'ex tecnico del Milan Montella
Mirabelli accanto a Fassone e l'ex tecnico del Milan Montella Foto: ANSA

MILANO - E ora parliamo di mercato. Adesso che il principale impallinatore di talenti rossoneri è stato licenziato (Vincenzo Montella ndr.), concediamoci finalmente una parentesi quieta e tranquilla per analizzare l’operato della dirigenza rossonera nel corso della turbolenta, opulenta, esaltante estate 2017. Il riferimento all'esonero di Montella non è casuale, se è vero che per lunghi tratti di questo iniziale scorcio di stagione è stato lui il principale obiettivo delle critiche da parte della tifoseria. Critiche oggettivamente meritate alla luce di un solo dato inoppugnabile: tutti i calciatori della rosa del Milan, fatte rarissime eccezioni (Borini, Montolivo, forse Zapata) hanno reso molto al di sotto dei loro rispettivi standard abituali. E questo non può che essere un capo d’imputazione pesante a danno dell’ex allenatore rossonero.

Problema attacco
Fatta questa premessa d’obbligo, forse è il caso di andare un po’ più a fondo e cercare di capire se davvero la campagna acquisti messa in piedi da Fassone e Mirabelli sia stata la migliore possibile per questo Milan oppure qualche errore è stato commesso anche da loro.
La prima critica che viene costantemente mossa nei confronti della nuova dirigenza di via Aldo Rossi è che sono stati spesi 63 milioni di euro per Andrè Silva e Kalinic e adesso il Milan si trova senza un centravanti di peso e spessore internazionale capace di fare 25 gol a campionato.

Fiducia a Mendes
Ora, premesso che i due neo milanisti sono rispettivamente il centravanti titolare della nazionale portoghese, Silva, e quello della nazionale croata, Kalinic, l’errore - se di errore vogliamo parlare - potrebbe essere stato commesso a monte, quando a luglio ci si è fidati di Jorge Mendes che ha garantito per il suo pupillo portoghese, tanto da consegnare al Porto un assegno da 38 milioni di euro per portare l’attaccante classe ’95 a Milanello. 

Silva vs. Icardi
A quel punto, vista l’oggettiva impossibilità di spendere altri 70-80 milioni per un top player dopo i quasi 40 già spesi per Andrè Silva, i giochi erano praticamente fatti. L’acquisto di Kalinic, per altro fermamente voluto dall’allenatore Montella, è stata solo una diretta conseguenza.
Io però continuo a vedere nel centravanti portoghese un potenziale fenomeno, si tratta solo di lasciargli il tempo di crescere. Prima di fare paragoni con Icardi, lasciamolo crescere altri 3 anni (il capitano nerazzurro è del febbraio '93, il portoghese novembre '95) e facciamolo ambientare in Italia come l’argentino dell’Inter ha fatto abbondantemente, poi magari ne riparliamo.

Musacchio e Calha
Per questa ragione, a mio avviso i principali errori commessi da Fassone e Mirabelli sono altri. In primis i quasi 20 milioni spesi per Musacchio, un difensore che non è mai stato un fenomeno e probabilmente mai lo sarà, tanto che al Milan è stato ormai soppiantato definitivamente dal colombiano Zapata.
E poi c’è la dolente note del turco Calhanoglu, visto e apprezzato al Milan per non più di un paio di segmenti di partita, a fronte di un’altra serie imbarazzante di prestazioni tanto anonime quanto irritanti. Chi conosce bene l’ex Leverkusen lo descrive come un giocatore talentuoso ma terribilmente discontinuo, uno che in Bundesliga si è messo in luce quasi ed esclusivamente per la sua abilità sui calci piazzati (che al Milan peraltro ancora non ha mostrato). Un po’ poco in riferimento ai 23 milioni spesi in estate per prelevare il suo cartellino dal club tedesco. È vero che il numero 10 rossonero è ancora molto giovane, classe 1994, ma la sensazione è che le qualità del ragazzo siano queste, non propriamente ideali per il campionato italiano.

Rosa valida
Per quanto riguarda il resto, ha ragione il direttore dell’area tecnica Massimiliano Mirabelli quando afferma che «Ad oggi non abbiamo visto il reale valore della nostra rosa, è presto per i bilanci sul mercato, siamo convinti di avere un’ottima squadra con giocatori bravi e giovani per aprire un ciclo». Resta la sensazione che con 230 milioni di euro spesi, forse si sarebbe potuto fare qualcosa di meglio. O quanto meno si sarebbero potuti risparmiare dei soldi da investire magari nella sessione invernale del mercato. Ma tant’è, ormai i giochi sono fatti.