26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Formula 1 | Gran Premio del Messico

Vettel non molla: pole position d'orgoglio

Domani a Hamilton basterà un 5° posto per chiudere il Mondiale. Ma il pilota della Ferrari vuole giocarsela fino in fondo, e lo farà partendo al palo per la cinquantesima volta in carriera

Sebastian Vettel esulta per la pole nel GP del Messico
Sebastian Vettel esulta per la pole nel GP del Messico Foto: Ferrari

CITTÀ DEL MESSICO – L'impresa che lo aspetta domani è di quelle improbe: per tenere aperta la corsa al titolo non deve solo vincere, ma anche sperare che Lewis Hamilton non vada oltre la quinta piazza. Intanto, però, Sebastian Vettel si è messo nella miglior posizione possibile per giocarsela fino alla fine: la pole, la sua cinquantesima in Formula 1. Il leader del Mondiale, oltretutto, non è andato oltre la seconda fila: il miglior tempo delle qualifiche, stavolta, il ferrarista se l'è giocato con Max Verstappen: «Nella frazione centrale delle qualifiche è stato molto veloce – ammette il campione tedesco – Non so da dove l'abbia tirato fuori quel giro, di quattro decimi più rapido di tutti. Ho pensato: 'E ora come faccio?'. Ho azzeccato un primo intermedio pulito, poi alla curva 6 ho quasi perso la macchina e sono dovuto scendere in prima marcia, eppure sono riuscito a salvarmi senza perdere tempo. Da quel punto in poi ho spinto, fino alla fine. Tagliato il traguardo mi immaginavo che saremmo stati tutti vicini, ma non sapevo cosa avrebbero fatto gli altri. Quando mi hanno detto che ero in pole, è stato come se la macchina fosse esplosa. Già avevo avuto ieri l'anticipo con l'estintore, ma stavolta è stata vera!».

Disappunto Verstappen
Amarezza, invece, per il baby fenomeno della Red Bull, che si è visto strappare dalle mani per appena 86 millesimi la sua prima partenza al palo in carriera, che lo avrebbe reso il più giovane poleman di sempre nel Mondiale (battendo, fra l'altro, un record che appartiene proprio a Vettel). «Sono super infastidito – spiega Verstappen – Vado sempre a caccia della pole position, ma nel momento decisivo non sono riuscito a far funzionare le gomme anteriori e ad andare più veloce. La seconda posizione è comunque buona ma, dopo una sessione così, speravo in qualcosa di meglio».

La gara prima del Mondiale
Quello visto nel sabato messicano non è stato dunque il miglior Lewis Hamilton, ma in questa sua qualifica non eccezionale ha giocato parzialmente anche la consapevolezza di non avere bisogno di prendersi rischi: «La sessione è stata difficile, come tutto il weekend – ammette l'anglo-caraibico della Mercedes – Questo asfalto scivoloso amplifica alcuni dei problemi della nostra macchina, un po' come a Singapore. Loro hanno fatto un lavoro migliore, ma il nostro passo gara dovrebbe essere più competitivo rispetto alle qualifiche». Un po' per scaramanzia, un po' per non farsi venire il braccino, l'argomento titolo mondiale resta ancora un tabù: «Vincere qui, davanti a questo pubblico spettacolare, sarebbe incredibile. Ma non ho ancora vinto, e non ci penserò finché non l'avrò fatto». Una strategia che condivide con il suo rivale Sebastian Vettel: «Non dobbiamo pensare al bersaglio grosso, ma a fare la nostra gara – chiosa l'alfiere della Ferrari – Non vale la pena di guardare agli altri: partendo da questa posizione, dobbiamo trarre il massimo dal nostro passo».