Milan: può bastare solo il cuore?
Lo 0-0 col Genoa ha mostrato volontà e grinta dei rossoneri che delimitano però evidenti limiti tattici non ancora risolti da Montella
MILANO - Il Milan non ingrana, resta in crisi e la classifica piange con una rincorsa al quarto posto ormai ridicola anche solo da pronunciare. Contro il Genoa c’è stata certamente la giustificazione dell’espulsione di Leonardo Bonucci che ha costretto i rossoneri a giocare in dieci uomini quasi l’intera gara e Vincenzo Montella a rivedere tutti i suoi piani, eppure qualcosa nella formazione milanista proprio non gira. Come nel derby, infatti, la reazione alle negatività c’è stata ed è stata anche apprezzata dai tifosi, ma è stata una spinta dettata dall’emotività, dalla volontà di crederci e di non arrendersi, una voglia tutto cuore e zero organizzazione, tanta corsa e poco cervello.
Il Milan nel secondo tempo ha provato a vincere la partita, esponendosi pure al rischio di perderla, ma le azioni create dai rossoneri sono state esclusivamente frutto dei lampi dei calciatori più ispirati (cioè di Suso) o della determinazione dei combattenti (vedi Borini), ma nessun segnale di un’organizzazione tattica e di schemi collaudati, anche perché Montella continua a cambiare modulo ad ogni partita, continua a cambiare posizione ai suoi calciatori e continua a ritenere che tutto vada bene e che la sua squadra sia sempre impeccabile. Di questo passo, al netto degli episodi contrari che pure non mancano, di strada il Milan ne farà veramente poca.
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