29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Formula 1 | Gran Premio d'Italia

I tifosi lo fischiano, Hamilton li punge: «Visto? La Mercedes è più forte»

Pur giocando fuori casa, a Monza le Frecce d'argento si sono dimostrate inarrivabili. E con il suo secondo successo di fila (il quarto in questa pista) Lewis si porta per la prima volta dell'anno in testa al campionato. Ma ora arrivano piste molto diverse: «A Singapore la Ferrari sarà più veloce»

Il podio del GP d'Italia: Hamilton, Bottas e Vettel
Il podio del GP d'Italia: Hamilton, Bottas e Vettel Foto: Rigato/Autodromo Nazionale Monza

MONZA – La sua Mercedes si è aggiudicata le ultime quattro edizioni consecutive di questa gara, lui qui ha colto ben quattro successi in carriera, secondo solo a Michael Schumacher con cinque. Stando alle statistiche, insomma, Lewis Hamilton a Monza dovrebbe sentirsi a casa. Se non fosse che questa è casa Ferrari: e a ricordarglielo, più che i numeri, ci pensano i 93 mila tifosi che hanno gremito in ogni ordine di posto le tribune dell'autodromo brianzolo in questa domenica di sole. Ci ha provato in più occasioni, il vincitore odierno, ad accattivarsi le loro simpatie: «Questa è una pista storica e unica, l'Italia è un bellissimo angolo di mondo, e la passione di questa gente non ha pari». Ma i suoi tentativi non hanno sortito alcun risultato: quando si è accomodato sul gradino più alto del podio, è stato accolto da una salva di fischi. Alla quale il tre volte iridato non ha potuto fare a meno di rispondere con una stoccata piuttosto risentita: «La potenza della Mercedes è migliore di quella della Ferrari, oggi l'avete visto».

Un uomo solo al comando
Purtroppo per le decine di migliaia di ferraristi che, in fondo al loro cuore, speravano comunque in un'improbabile festa rossa, questa è stata la dura realtà. Hamilton, scattato solitario davanti a tutti, si è subito andato in fuga, e il passo gara inarrivabile delle Frecce d'argento ha consentito anche al suo compagno di squadra Valtteri Bottas di rinvenire in fretta da dietro e completare una doppietta senza appello. Le Ferrari, costrette stavolta a partire solo dalla terza fila, non hanno avuto alcuna possibilità di impensierire gli avversari. «Non so perché non siano stati così vicini a noi come sono di solito – ammette il pilota anglo-caraibico – Nei primi giri, non avendoli dietro di me a mettermi pressione, sono riuscito a crearmi un buon margine di sicurezza. Merito del team, che ha realizzato in pieno il potenziale della macchina, che oggi era un sogno da guidare».

Il weekend della svolta
Ancor più della superiorità dimostrata con le prestazioni in pista, però, a pesare sono i punti conquistati nel Mondiale. Che, per la prima volta dall'inizio della stagione, hanno consentito a Lewis di ribaltare l'andamento del campionato, e di portarsi in testa alla classifica generale con tre lunghezze di margine. «Le ultime due gare sono state ottime per noi, la nostra squadra si è dimostrata sempre la più forte – gongola – Il fatto che io abbia ottenuto due successi di fila dimostra quanto sia stata eccezionale finora la seconda parte della stagione. Vettel era in testa al campionato ormai da molto tempo e, con tutti gli alti e bassi che ho vissuto, ritrovarmi ora al comando è fantastico». Peccato che ora lo scenario sia destinato a cambiare di nuovo, e dopo due circuiti velocissimi come Spa e Monza il calendario preveda la trasferta di Singapore: un'altra pista lenta e tortuosa come quelle che finora hanno favorito il Cavallino rampante. «Penso che in quei circuiti da alto carico, e con temperature più elevate, la Ferrari sarà più veloce – riconosce Hamilton – Mi aspetto che la lotta continui sempre più serrata. Al momento non ci voglio pensare, ma intendo lavorare per arrivare preparato al meglio: abbiamo imparato dagli errori del passato, comprendiamo sempre meglio la nostra macchina e, se dovessimo tornare oggi a correre in Ungheria, sicuramente la situazione sarebbe meno grave. Sono ottimista, anche se la realtà la sapremo solo quando inizierà il weekend di gara. La stagione è ancora lunga e tutto può succedere». Il sorpasso, insomma, è solo l'inizio.