MELBOURNE – «Quando ho ricevuto l'sms? La prima cosa che ho pensato è che fosse uno scherzo...». Il debutto ufficiale di Antonio Giovinazzi in un Gran Premio di Formula 1 è stato il più imprevisto possibile. E fortunoso, verrebbe da dire, se di mezzo non ci fosse l'infortunio di un collega, il titolare della Sauber Pascal Wehrlein. Ci ha provato fino all'ultimo a correre, il tedeschino, ma i guai alla schiena che si è provocato con l'incidente del gennaio scorso (piuttosto stupido, a dire il vero: nella Race of Champions di Miami, poco più che un'esibizione, si è distratto e ha capottato la sua tre ruote contro le barriere) aveva ormai compromesso i suoi allenamenti. Troppo, per consentirgli di guidare per una gara intera le nuove monoposto 2017: più veloci, dunque anche più fisiche. Quando Wehrlein ha dovuto dunque alzare bandiera bianca, ecco che è tornato improvvisamente in gioco il nostro Bon Giovi: «La Ferrari e il mio manager mi avevano informato con un messaggio già ieri notte – racconta – Ma era ormai troppo tardi, ero già a letto. L'ho scoperto solo stamattina. E, appena mi sono reso conto che era tutto vero, sono corso in pista per mettermi a posto con l'ingegnere e il team. Ad essere onesto, non ci credo ancora: sono qui, al via di un Gran Premio, che sognavo fin da quando ero piccolo».
Subito convincente
È successo tutto così in fretta, per il 23enne di Martina Franca. Dapprima grazie al suo merito, che lo ha portato al titolo di vicecampione in GP2 l'anno scorso e ha attirato l'attenzione della Ferrari, che lo ha voluto come terza guida. Poi anche con qualche colpo di fortuna, che non guasta mai: l'infortunio di Wehrlein, appunto. Che gli aveva liberato il sedile della Sauber già nei test pre-campionato di Barcellona. Quando si è messo al volante stamattina a Melbourne, dunque, la macchina la conosceva già, ma la pista no: ha avuto solo un'ora di prove libere per impararla, poi è arrivato subito il momento delle qualifiche. Dove, comunque, non ha sfigurato per nulla: anzi, ha centrato la sedicesima piazza. «Sono già contento della mia prestazione – spiega il pugliese – Dopo il secondo giro, ero anche un po' avanti al mio compagno di squadra (il più esperto svedese Marcus Ericsson, ndr), ma ho cercato di spingere di più e ho commesso un errore alla curva 15. Ad essere onesto era la mia prima qualifica, perciò mi aspettavo di fare peggio di così. Invece, arrivare a pochi decimi da lui è già molto buono». E domani si fa sul serio: Tonino si schiererà al via di un Gran Premio di Formula 1. La prima volta per lui e anche per un italiano dall'ormai lontano 2011, quando appesero il casco al chiodo sia Jarno Trulli che Tonio Liuzzi: «Sarà una gara lunga, tutto può succedere. Devo solo fare lo stesso lavoro di oggi, e vedremo come finirà».
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