Galliani-Marotta-Raiola, la triplice alleanza che scuote il mercato
Il principale oggetto del desiderio juventino, il baby fenomeno rossonero Gianluigi Donnarumma, potrebbe diventare oggetto di contrattazione tra l’ad della Juve Marotta, l’omologo milanista Adriano Galliani e il procuratore del ragazzo, Mino Raiola. Uno scenario apparentemente surreale ma tutt’altro che improbabile.
MILANO - Il mondo del calcio è pieno di intrecci, incroci che spesso si rivelano magici, positivi, ma a volte anche pericolosi e destabilizzanti. L’ambiente pallonaro di casa nostra oggi scruta con attenzione e curiosità la nuova triplice alleanza formata da Adriano Galliani, Giuseppe Marotta e Mino Raiola, perchè è proprio sull’asse Milano-Torino-Montecarlo (residenza del procuratore italo-olandese) che potrebbe decidersi il futuro della Lega Calcio, della nazionale italiana e di due delle principali squadre del campionato di serie A.
Donnarumma al centro
In che modo questo audace e bizzarro triumvirato posso di fatto sconvolgere gli equilibri - già di fatto piuttosto precari - del calcio italiano è presto detto: da una parte c’è la Juventus alla disperata ricerca di un degno erede di Gianluigi Buffon, ormai quasi 39enne e quindi vicino a quel ritiro che prostra fin d’ora il popolo bianconero; dall’altra c’è il Milan - prossimo ad un epocale cambio di proprietà - che sta per pensionare lo storico amministratore delegato Galliani e che vanta tra le sue fila l’estremo difensore del futuro, Gianluigi Donnarumma; in mezzo c’è un ex-pizzaiolo, nato a Nocera Inferiore ma cresciuto in Olanda, a Harleem, amico intimo dell’attuale ad di Casa Milan, famoso per aver messo la propria firma sui trasferimenti più roboanti della recente storia del football europeo (Ibrahimovic, Pogba, Balotelli, Mikhitarian) ed oggi procuratore del giovane fenomeno rossonero. Se a questo caleidoscopico mosaico aggiungiamo anche la «passiuncella» mai nascosta di Adriano Galliani per i colori juventini, prima che il sodalizio con Silvio Berlusconi ne tingesse il cuore di rosso e nero, ecco che lo scenario per una delle storie di sport più affascinanti e al contempo inquietanti degli ultimi anni è delineato.
La Juve e il portiere
Partiamo dalla Juventus e dal suo amministratore delegato Giuseppe Marotta. Le parole pronunciate dal dirigente bianconero nel corso del premio «Manager sportivo dell’anno 2016» (vinto allo stesso Marotta) sono probabilmente destinate a rimanere scolpite nella memoria dei tifosi bianconeri e milanisti: «Lunga vita a Buffon, ma servirà un erede all’altezza. La Juventus negli ultimi vent’anni ha sempre dato il portiere alla Nazionale. Lo dico perché tanto capite: Zoff, Buffon e… La storia della Juventus è fatta da campioni e talenti italiani».
Galliani e la Lega
Gelo in sala e panico in via Aldo Rossi, ovunque, in ogni angolo di Casa Milan, tranne che nell’ufficio al quarto piano regno incontrastato di Adriano Galliani. La ragione è semplice, visto che nel corso dello stesso appuntamento milanese, Marotta ha avuto parole al miele per l’omologo rossonero: «Galliani ha un profilo che si adatta assolutamente al ruolo di presidente di Lega Serie A. Ha dalla sua una grandissima esperienza, saggezza e competenza nell'ambito dei diritti televisivi e dal punto di vista sportivo».
L’ad rossonero si scansa
Parole importanti che non possono essere disgiunte da quelle pronunciate non più tardi di qualche giorno fa proprio dall’esperto dirigente monzese, nel giorno dell’annuncio del suo addio al Milan. Dopo la premessa d’obbligo («Io sono vice presidente di Lega e frequento l'ambiente, ma non ho assolutamente preso alcun tipo di decisione sul mio futuro. Penserò cosa fare in futuro nelle prossime settimane») ecco Galliani entrare nel vivo della questione più delicata: «Non voglio parlare del futuro di Donnarumma, sono cose che probabilmente non mi riguarderanno a partire dal 2 di dicembre».
Altro tassello importante per la ricostruzione di quella che sembra tanto una spy story di politica internazionale ed invece è solo football.
Il rinnovo di Gigio
La verità è che i tifosi del Milan contavano su ben altro atteggiamento da parte dell’uomo che per 30 anni ha legato indissolubilmente il proprio nome alle sorti del club rossonero. Con il contratto di Donnarumma in scadenza a giugno 2018, la speranza del popolo milanista era un rinnovo di contratto del portierone rossonero il prossimo 25 febbraio (giorno del 18esimo compleanno di Gigio) con la benedizione - leggasi intercessione - dell’attuale ad. Invece niente, Galliani si «è scansato», lasciando al futuro amministratore delegato del Milan Marco Fassone l’onere di gestire con Mino Raiola la delicata questione.
Fassone-Raiola: gelo
Che si tratti di una patata bollente è indubbio. Il bizzoso procuratore di Donnarumma (che pare avere qualche conto in sospeso con il prossimo ad rossonero dai tempi di Ibrahimovic all’Inter) non ha mai fatto mistero di considerare cosa fatta il rinnovo quinquennale con il Milan del suo assistito solo finchè Galliani fosse rimasto al suo posto. Con l’avvento della nuova proprietà quindi tutto potrebbe cambiare come anticipato minacciosamente dallo stesso Raiola qualche tempo fa: «Sui cinesi del Milan sono scettico. Mi chiedo, se è tutto fatto, perché non hanno ancora messo i soldi per la squadra? Magari mi sbaglio, per carità, però serve gente seria nel calcio italiano».
Tutti felici, o quasi
E così, dal giorno del closing previsto il 2 o il 13 dicembre, ogni momento sarà buono per un confronto tra Raiola e la nuova proprietà del Milan per testare reciprocamente ambizioni, disponibilità, passione e cuore. Nel frattempo però qualcuno prepara il terreno per uno dei trasferimenti più sconvolgenti dell’ultimo ventennio. Un’operazione che renderebbe felici tutti: Marotta, che blinderebbe la porta juventina per i prossimi 20 anni; Galliani, che diventerebbe nuovo presidente di Lega con la benedizione della Juventus; e Raiola, sul cui conto corrente scorrerebbe tanto nuovo denaro da poter sfamare un paio di paesi dell’Africa centrale.
O forse quasi tutti, perchè i tifosi del Milan non gradirebbero affatto questa soluzione. E chissà, alla luce della sua dichiarata fede rossonera, magari nemmeno il diretto interessato, Gianluigi Gigio Donnarumma, l'uomo che voleva alzare la Coppa dei Campioni con la maglia rossonera e la fascia da capitano e che invece la triplice alleanza vorrebbe portare via da Milanello.
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