Cessione Milan, l’assurdo disegno dei cinesi
L’ennesimo ritardo nella trattativa che dovrebbe portare alla cessione del Milan ai cinesi delinea uno scenario inquietante per i tifosi rossoneri: i nuovi acquirenti aspetterebbero la fine del mercato per non accollarsi le spese della campagna acquisti. Un folle proposito che non trova spiegazioni plausibili.
MILANO - A furia di fare ipotesi, studiare carte, analizzare comportamenti e disegnare scenari, piano piano iniziano a delinearsi gli obiettivi della nuova cordata cinese interessata ad acquistare il 100% dell’Ac Milan. Sembra assurdo commentare quello che sta emergendo, a maggior ragione dopo essere stati costretti a sorbirci per settimane le stucchevoli manfrine di Silvio Berlusconi sul ritardo nell’operazione dovuto al fermo desiderio di garantire al Milan nuovi proprietari all’altezza del blasone del club.
Melina cinese
Ebbene, questi fantomatici acquirenti cinesi, dei quali ancora non si riesce a sapere nulla tranne che sono guidati dall’advisor italo-americano Sal Galatioto e dall’uomo d’affari Nicholas Gancikoff, dopo l’ennesimo slittamento che porterà alla firma del preliminare alla fine di agosto e il closing non prima della della fine dell’anno, hanno finalmente chiarito quello che è il loro veri obiettivo: temporeggiare fino a settembre in modo da lasciare alla Fininvest tutta la responsabilità economica dell’attuale mercato.
Mille assurdi rinvii
È questa la teoria del Corriere della Sera, cavalcata peraltro da tanti altri autorevoli osservatori di casa Milan. Teoria assurda ma difficilmente confutabile alla luce di quanto sta accadendo da diverse settimane a questa parte: firme annunciate e poi rimandate una, due tre, cinque, mille volte da quando questa mortificante trattativa con i cinesi è iniziata. E tutto per ragioni di volta in volta più risibili, dalle difficoltà di traduzione dei contratti dal cinese all’italiano alle lungaggini necessarie per sbloccare il trasferimento dei capitali da Pechino all’estero.
Ragioni incomprensibili
Ormai nessuno crede più a quanto gli incrollabili ottimisti continuano a propinarci. Quello che però proprio non si riesce a spiegare è il perché di questa folle strategie dei nuovi acquirenti asiatici. Se davvero la loro intenzione è quella di rilevare un club glorioso e ricco di storia come il Milan, portatore sano di fascino e tradizione calcistica in un paese avido di calcio come la Cina, che senso ha lasciarlo sprofondare nell’abisso in cui inevitabilmente precipiterebbe dopo la quarta stagione consecutiva senza Europa e senza uno straccio di progetto di rinascita?
Tutto bloccato
Trovare una risposta sensata pare oggettivamente impossibile, anche perché ancora nessuno di questi misteriosi nuovi acquirenti (gli unici nomi di cui si continua a parlare con sempre minor convinzione sono Wu e Zheng) si è ancora materializzato, nessuno ha mai ufficialmente dichiarato il proprio interesse per il Milan, nessuno si è mai presentato da Berlusconi con un’idea concreta di rilancio e soprattutto nessuno ha ancora tirato fuori neppure un euro. Malgrado tutto questo, Nicholas Gancikoff continua ad avere diritto di parola su tutto, dal marketing al mercato (è lui che ha bloccato la chiusura dell’operazione gratuita per portare l’ex Real Madrid Arbeloa a Milanello e garantire a Montella almeno un altro difensore di spessore), continuando a mettere i bastoni tra le ruote al «nemico» Galliani senza però offrire opzioni alternative a soprattutto il denaro necessario.
Questo è il Milan di oggi. E i tifosi continuano disperatamente a chiedere chiarezza…