28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Nessun cambio di strategia

Cessione Milan: tutti i dubbi di Berlusconi

Ormai si aspetta solo che il presidente rossonero sciolga i suoi ultimi dubbi e apponga la tanto agognata firma al patto in esclusiva con i cinesi per la cessione del 70% del Milan. E l’ipotetica cordata alternativa sponsorizzata da Paolo Berlusconi non sembra minacciare il buon esito della trattativa guidata da Galatioto. Preoccupano piuttosto tutte le perplessità del patron del Milan.

MILANO - Ci sono giornate un po’ così nel corso della stagione di un club. Momenti in cui aspetti ardentemente che accada qualcosa e invece le ore scivolano via lisce come il mare in una giornata di bonaccia. È stato questo il pensiero condiviso di molti tifosi del Milan, disperatamente in attesa di qualche notizia finalmente decisiva sul fronte societario. Eppure anche in una giornata che non ha offerto grossi spunti, attorno al club di via Aldo Rossi sono accadute cose che potrebbero avere una certa rilevanza. 

Antonelli, un lungo stop
E non ci riferiamo solo al brutto infortunio toccato in sorte a Luca Antonelli (lesione parziale del soleo della gamba destra con tempi di recupero da valutare che potrebbe perfino compromettere la presenza dell’esterno mancino rossonero alla finale di Coppa Italia contro la Juventus).
E nemmeno alla notizia trapelata in giornata della terza gravidanza per Lady Barbara Berlusconi, già mamma di Alessandro, 8 anni, ed Edoardo, 6, nati dal legame con Giorgio Valaguzza, e adesso in attesa del terzogenito frutto dell’amore con Lorenzo Guerrieri, compagno della figlia dell’ex cavaliere da tre anni. 

La cordata di Paolo
Le voci che hanno scosso una giornata di apparente calma piatta in via Aldo Rossi hanno iniziato a rincorrersi nella tarda serata di martedì. Oltre a indiscrezioni mai confermate sulla presenza di un gruppo imprenditoriale italiano, vanno registrate quelle sulla comparsa in scena di una misteriosa cordata cinese alternativa, sponsorizzata addirittura da Paolo Berlusconi. Pare che il Il fratello del presidente del Milan abbia incontrato nel suo studio un gruppo di imprenditori di Pechino grazie all’intermediazione di una donna. Chissà che non si tratti della famosa dama cinese che aveva già fatto la sua comparsa qualche mese fa con una enigmatica puntatina milanese tra Casa Milan e San Siro.

Nessun cambio di strategia
Nulla che possa comunque spostare i termini dell’operazione praticamente già impostata da Fininvest. E qui arriviamo alle dolenti note. Perché la risposta di Silvio Berlusconi alla cordata cinese tarda ad arrivare e sussurri provenienti da Arcore raccontano di un numero uno rossonero sempre più arrovellato sui suoi pensieri: vendo o non vendo, questo è il problema.
Ormai sappiamo che la firma sul patto in esclusiva con il gruppo di imprenditori guidati da Sal Galatioto non sarebbe vincolante per Fininvest che potrebbe comunque in qualsiasi momento tirarsi indietro. Ma si tratta di un atto che comunque scatenerebbe con un deflagrante effetto domino una serie di reazioni a catena. Ecco perché è atteso con tanta ansia il primo ok del numero uno rossonero, indispensabile per dare il via ufficiale ad una trattativa che da qui a un mese porterà al passaggio di proprietà dell’Ac Milan, dalla famiglia Berlusconi ai nuovi magnati dell’industria di Pechino.

I prossimi passaggi
Siglato il primo patto in esclusiva, la palla passerà ai cinesi chiamati a dare le necessarie garanzie bancarie finora ancora non complete e finalmente si riuscirà a sapere anche chi c’è dietro l’advisor italo-americano che sta gestendo la trattativa con i vertici Fininvest (probabilmente la conglomerata Evergrande, quindi anche il ricchissimo Jack Ma, con altri soci accanto). Sarà anche l’occasione per capire, attraverso carte scritte, se dietro questo progetto di «invasione» nel football di casa nostra c’è il governo di Pechino, disposto a fare da garante per qualsiasi investimento presente e futura. Poi ci sarà spazio solo alla formalizzazione dell’offerta, al versamento di una caparra a garanzia della buona riuscita dell’operazione e per finire la cosa che sta maggiormente a cuore al presidente Berlusconi: un piano quinquennale di investimenti sul mercato e di diffusione del brand Milan in Oriente che garantisca una crescita del club ai livelli che gli competono e purtroppo ormai smarriti da almeno un quinquennio.

E intanto Silvio Berlusconi riflette, riflette e non firma…