Trionfo Marquez, disastro Rossi ad Austin
Il pilota della Honda si conferma padrone della pista texana vincendo per la quarta stagione di fila. Sul podio con lui Lorenzo e Iannone. Valentino cade al terzo giro dopo un inizio gara condizionato dai problemi alla frizione

AUSTIN – Doveva vincere e ha vinto: secondo successo consecutivo in questa stagione per Marc Marquez, il quarto in altrettante edizioni del Gran Premio in Texas. La gara non ha praticamente avuto storia: partito dalla pole position, il pilota della Honda ha presto preso il controllo del gruppo, inanellando quel ritmo inarrivabile cui ha ormai abituato gli avversari su questa pista e costruendosi un vantaggio sul primo degli inseguitori che al traguardo ha superato i sei secondi. Merito anche di un'ottima scelta di gomme: l'anteriore morbida gli ha permesso di spingere fin dai primi giri e, nonostante il decadimento giunto dopo dodici tornate, di amministrare il suo margine fino alla bandiera a scacchi: «Non è stata una gara facile, ma la morbida era l'opzione migliore per me – conferma – Sapevo che saremmo stati al limite, ma all'inizio della gara ho sfruttato tutto il potenziale per conquistare un buon vantaggio e sul finale la distanza si è rivelata sufficiente. Una bella notizia per tutto il team: nei test pre-campionato abbiamo faticato molto, ma ora finalmente siamo tornati».
Lorenzo troppo lento
La partenza migliore di tutti non è invece bastata a Jorge Lorenzo, che ha dovuto cedere la testa della corsa già alla prima curva a causa di un lungo, per impensierire il suo connazionale. Alla fine, il campione del mondo in carica si è dovuto accontentare del secondo posto: «Dopo l'incidente ad alta velocità di questa mattina nel warm up, la cosa più importante era finire la gara e portare a casa questi venti punti – ammette Por Fuera – È stato difficile convincermi di poter essere abbastanza competitivo da lottare per il podio, ma ho fatto un buon lavoro. Il problema era che non riuscivo a fermare la moto, per questo ho commesso tanti errori in staccata. Speravo di essere più veloce, ma oggi era impossibile: andavo sempre più lento, molto più del previsto, e non era il giorno giusto per lottare per la vittoria».
Anche i Rossi cadono
Ne sa qualcosa anche il suo compagno di squadra Valentino Rossi che, dopo aver tenuto il passo dei primi per qualche curva, è subito scivolato al sesto posto, per colpa di problemi alla frizione, fino alla caduta al terzo giro che ha messo fine alla sua gara: il primo ritiro del Dottore dal Gran Premio di Aragon 2014. «Il problema è che in partenza ho bruciato la frizione e quando davo gas slittavo tanto, per cui dovevo fare il rettilineo a metà gas – racconta il Dottore – Dopo i primi due giri ho provato a stare calmo e far raffreddare la frizione per recuperarla un po' e ci stavo riuscendo. Ma all'inizio del terzo giro, alla curva 2, ho fatto una linea un po' diversa, ho preso una buca e mi si è chiuso lo sterzo. Ho sbagliato e sono caduto. Peccato, andavo forte, stavo bene in staccata, ma queste sono gomme che non perdonano se sbagli. Con le Bridgestone non si cadeva mai, anche se andavi largo: quest'anno vincerà chi sarà più bravo ad adattarsi a queste gomme». Sfortunato anche l'altro italiano Andrea Dovizioso, che per la seconda gara di fila ha perso un potenziale podio per un errore altrui: stavolta a travolgerlo è stato Dani Pedrosa, alla curva 1, che poi si è scusato con lui nei box per averlo privato del terzo posto. A salire sul gradino basso è stato così il suo compagno di squadra Andrea Iannone.
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