28 marzo 2024
Aggiornato 20:30
Le previsioni di Paolo Beltramo

Occhio ai test: inizia il 2016 della MotoGP

Domani a Sepang debutta la Ducati con l'atteso ritorno di Stoner, da lunedì tocca a tutti gli altri. Alla scoperta delle nuove gomme, dell'elettronica unica e soprattutto dei rapporti di forza tra piloti e squadre nella stagione che sta per cominciare

MILANO – A furia di contare alla rovescia ci siamo. Finalmente i due mesi (dicembre e gennaio) senza MotoGP imposti dal regolamento stanno per terminare. Dal primo di febbraio, a Sepang, in Malesia, si inizia a fare davvero sul serio. Non più strascichi di una stagione finita, piloti stanchi, obiettivi lontani. Ora i test sono roba vera, importante, essenziale per la stagione 2016. Lo sarebbero stati in ogni caso, ma quest’anno, come in tutti gli anni di importanti cambiamenti tecnici nel regolamento, si tratta di prove essenziali.

Cambia tutto
Dal 2016, infatti, cambiano aspetti importanti: la marca delle gomme, non più Bridgestone, ma Michelin; il diametro dei cerchi che passa da 16,5 a 17 pollici; la disponibilità di mescole, uguale per tutti; la gestione elettronica affidata alla centralina unica Magneti Marelli con software identico per tutti. Cambia poi anche la quantità di benzina (22 litri) senza eccezioni, il numero dei motori a disposizione per tutta la stagione (da 5 a 7 per Yamaha, Honda e Ducati, senza possibilità di sviluppo durante l’anno), limiti che non valgono per Suzuki e Aprilia, aiutate sulla strada della ricerca di competitività anche con il non congelamento dello sviluppo e la non limitazione dei test coi piloti ufficiali. Ce n’è abbastanza perché i tecnici abbiano passato i due mesi di «vacanza» lavorando come pazzi.

Torna il Canguro
La Ducati anticipa un po’ le cose facendo girare, insieme alla Yamaha, i piloti collaudatori in questi giorni di fine gennaio sempre a Sepang. Sarebbe normale se si trattasse soltanto di Michele Pirro, ma ci sarà anche Casey Stoner per prendere contatto con la moto 2015, così da poter poi rendersi utile in futuro per lo sviluppo della rossa di Bologna. Il gioco duro però comincerà lunedì 1° febbraio quando scenderanno in pista Yamaha, Honda e Ducati coi loro sei piloti ufficiali, tutti almeno una volta campioni del mondo tranne Andrea Iannone. Ci sarà la coppia surgelata dal grande freddo 2015 Lorenzo/Rossi con la Yamaha dominatrice dello scorso campionato, quella, per ora, più tranquilla Marquez/Pedrosa e il duo italico della Ducati Dovizioso/Iannone.

Su cosa si lavora
I problemi da cominciare a risolvere sono molti ed importanti: innanzitutto le gomme. La Michelin ha una posteriore molto efficace che proprio per questo mette in difficoltà l‘anteriore. Si tratta sia di adeguamento della messa a punto, di sviluppo delle gomme, ma anche se non soprattutto di capacità di adattamento da parte dei piloti al nuovo approccio necessario con le gomme francesi. Il livellamento verso il basso dell’elettronica renderà tutto ciò ancora più difficile impedendo di utilizzare costosissime magie binarie per soccorrere eventualmente i piloti o limitare le differenze con l’era Bridgestone. Inoltre i controlli sulla moto saranno meno e meno sofisticati, con la necessità assoluta di capire come sfruttare al meglio le possibilità ancora inesplorate del software a disposizione.

Valori in campo da scoprire
C’è poi il lavoro «normale» di sviluppo: nuovi telai, distribuzioni di pesi modificate, motori più veloci… Ricordiamo lo scorso anno quanto costò alla Honda la scelta di un motore troppo potente e scorbutico. Vedremo quanto darà alla Yamaha il nuovo serbatoio con bocchettone sulla sella e posizione diversa. Capiremo se e di quanto Ducati è riuscita a ridurre il gap dalle due giapponesi con la GP16, seconda creazione di Gigi Dall’Igna. Vedremo molti piloti, sarà interessante e cominceremo a divertirci. Poi da Sepang si andrà a Phillip Island in Australia e infine, ad inizio marzo, in Qatar a Losail per gli ultimi, decisivi test prima dell’inizio del Mondiale 2016 in programma proprio nell’emirato mediorientale il 20 marzo. Poco più di un mese, insomma, per avere le idee un po’ più chiare su un campionato che si annuncia ancora molto incerto nei suoi valori tecnici. Poi, comunque, alla fine i più forti andranno più forte, ma qualche inserimento inatteso è possibile ed auspicabile. E penso a Suzuki e Ducati/Pramac soprattutto, ma anche (perché no?) all’Aprilia, che a Sepang non avrà ancora la moto 2016, ma che vuole e deve crescere.