26 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Elogi in casa Honda

Marquez: «Il pilota più forte?» Non è Rossi...

...e nemmeno il suo «amico» Jorge Lorenzo. Secondo il due volte campione del mondo, il più talentuoso della griglia della MotoGP è il suo compagno di squadra Dani Pedrosa: «Mi ha insegnato lo stile aggresivo con cui si guidano queste moto»

BARCELLONA – Non è Valentino Rossi, che pure per anni aveva giurato essere il suo idolo: almeno fino allo scontro di quest'anno a Sepang che tra loro due ha fatto esplodere una vera e propria faida. Ma non è neanche il connazionale Jorge Lorenzo, che nell'ultima gara di Valencia ha fatto di tutto per portare a vincere il titolo mondiale. Quando a Marc Marquez è stata rivolta la fatidica domanda su chi sia il pilota più talentuoso sulla griglia di partenza attuale della MotoGP, la sua risposta è stata quantomeno sorprendente: «Se parliamo di puro talento naturale, il migliore di tutti noi è Dani Pedrosa».

Rallentato dal fisico
Ebbene sì, proprio il quarto incomodo, colui che da tre anni è suo compagno di squadra nel team ufficiale Honda. Certo, i numeri non giocherebbero a favore di Camomillo, che nelle stesse stagioni in cui Marquez vinceva due titoli iridati ha portato a casa solamente sei vittorie, la maggior parte delle quali frutto del suo fulminante ritorno in forma sul finale del Mondiale 2015. Ma questa scarsità di risultati, secondo Marc, non è dovuta a una mancanza di velocità, bensì alle caratteristiche fisiche di Pedrosa. Che, con la sua altezza di appena un metro e 58, gli danno un pesante handicap nei confronti dei suoi diretti avversari, in primis perché lo rendono più incline agli infortuni: «Lui è il pilota più piccolo di tutti e deve gestire la potenza di una MotoGP – prosegue il campione spagnolo al settimanale specializzato austriaco Speedweek – Solo per questo merita rispetto, ed è fortissimo quando la pista passa dal bagnato all'asciutto. Il suo fisico a volte lo ha rallentato. I suoi incidenti spesso si concludono con infortuni che lo possono rendere più cauto». Pensiamo alla sindrome compartimentale all'avambraccio, ad esempio, che nel 2015 lo ha costretto a sottoporsi ad un altro intervento chirurgico e a saltare diversi Gran Premi all'inizio dell'anno.

Uno stile da imitare
Ma c'è di più: Marc Marquez sostiene infatti che il suo stesso stile di guida aggressivo e arrembante, ormai diventato una specie di marchio di fabbrica, non è un dono di natura, ma lo ha modellato nientemeno che su quello di Pedrosa, quando per la prima volta ha fatto il salto in MotoGP: «Dani mi ha mostrato come si guida una MotoGP – ammette il 22enne – Bisogna essere aggressivi, entrare in curva e vedere cosa succede con i freni. Istintivamente, io utilizzerei uno stile di guida più smussato, ma quello di Dani è più veloce». Consentiteci una malignità: Marc Marquez lo pensa davvero o piuttosto, elogiando l'altro pilota di casa Honda, sta cercando di farsi perdonare dai vertici del team, dopo aver regalato su un piatto d'argento il titolo mondiale ad un rivale della Yamaha?