29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Scenari per il finale della MotoGP

Se l'ultima speranza di Vale si chiama Marquez

Dopo il fallimento del ricorso al Tas, a Rossi rimane solo un'ultima chance: quella di ripetere l'impresa dell'arci-rivale spagnolo, che nel 2012 qui a Valencia partì ultimo e vinse. Sperando che intanto anche Marc, là davanti, faccia il suo dovere

VALENCIA – Un Valentino Rossi che racchiudeva dentro di sé una serie di sentimenti contrastanti. Così è apparso oggi pomeriggio all'inedita conferenza stampa "separata" che seguiva la riunione con la Commissione permanente durata cinque minuti circa. Ha parlato dopo Lorenzo, ha avuto come sempre una presenza mediatica buona: spiritoso, sorridente, rilassato. Dietro questo aspetto salutare si percepiva però la delusione per il mancato accogliemento della richiesta di sospensione della punizione di tre punti inflittagli in Malesia. Si leggeva la preoccupazione per doversela vedere con la situazione peggiore tra quelle possibili. Si intuiva la sensazione di dolore per un sogno che, visto oggi, sembra sempre più lontano, impossibile.

La speranza resiste
Si coglievano però anche la forza della sua personalità, la determinazione, la voglia di ribaltare i pronostici, di provarci, l'accettazione della situazione senza piangersi addosso. La maturità e l'esperienza di un campione che ha vinto la sua prima gara mondiale l'8 agosto del 1996 a Brno in 125: vent'anni di successi straordinari, la maturazione, la crisi degli anni Ducati, la rinascita, fino a questo capolavoro che nel peggiore dei casi sarà soltanto sfiorato. Il brutto è che, anche se un po' d'acqua sul fuoco è stata gettata, questo campionato è stato irrimediabilmente macchiato e sarà difficile che ora di domenica, quindici giorni soltanto dopo la Malesia, tutto sia dimenticato, superato. Peggio ancora, questo: comunque vada a finire, chiunque sia il campione, una parte (più o meno grande, comunque consistente) degli appassionati non lo considererà tale. A questo potrebbe porre rimedio soltanto un miracolo agonistico del Doc, una gara come quella che si inventò proprio Marquez e proprio qui in Moto2 nel 2012, la sua ultima nella categoria: partì ultimo e vinse.

Forza Marquez, stavolta
La MotoGP non è la Moto2, le corse sono molto più difficili, un capolavoro da ultimo a primo impossibile: l'ha ammesso lo stesso Marc, ma per Rossi riuscire ad arrivare ai piedi del podio dovrebbe essere possibile. Sperando che la vittoria se la giochino Marquez e Pedrosa con le loro Honda e che Lorenzo sia terzo. Insomma alla fine è insieme buffo e crudele che molte delle possibilità reali di Valentino di conquistare il decimo titolo dipendano da quello che riuscirà a fare, stavolta lontano da lui, proprio Marc Marquez, il pretendente al trono di re della moto, colui che vuole spodestare Rossi. Domenica avrà tutti gli occhi, le telecamere, i cannocchiali puntati addosso, come gli altri. Sarà allora, domenica dalle 14 in poi, dal semaforo che si spegne alla bandiera a scacchi, che capiremo come potrà essere il futuro della MotoGP: bello come sempre o molto peggio come a Sepang.