26 aprile 2024
Aggiornato 18:30
La vigilia dei due padroni di casa

Lorenzo e Marquez fanno i bravi. Ma masticano amaro

Richiamati all'ordine dalla Federazione motociclistica internazionale, i due spagnoli non ritornano sul fattaccio di Sepang

Valentino Rossi, Jorge Lorenzo e Marc Marquez
Valentino Rossi, Jorge Lorenzo e Marc Marquez Foto: ANSA

VALENCIA – Fermandosi solo alle dichiarazioni di Jorge Lorenzo nell'attesissima conferenza stampa del giovedì di Valencia, verrebbe da pensare che nel paddock della MotoGP sia tornata la calma. «Rispetto la decisione del tribunale arbitrale – afferma il maiorchino – Che Valentino sia penalizzato o no non cambia il mio modo di correre: avrei comunque dato il massimo, cercando di fare la miglior gara della mia vita. Ad essere onesto sono arrivato qui con la decisione di pensare solo al weekend che mi aspetta, e non a quello che è passato. Voglio solo chiedere scusa per il gesto che ho fatto sul podio: è stato un errore. E me ne pento per aver lanciato un messaggio antisportivo ai tifosi, specialmente ai giovani». Tutto risolto, insomma? L'ascia di guerra è stata finalmente seppellita? Nemmeno per sogno. Basta guardare il volto di 'Por Fuera' mentre pronuncia queste parole, la sua espressione seria e tirata, per rendersi conto che dietro a quell'apparente atteggiamento da pompiere cova in realtà un malcelato incendio di rabbia e fame di riscatto.

Sotto la cenere

Se Lorenzo non si fa trascinare nell'ennesimo vortice di polemiche e veleni sull'incidente di Sepang, infatti, è solo perché è appena uscito dal breve meeting con i vertici della Federazione motociclistica internazionale, che hanno intimato ai tre contendenti di chiudere definitivamente il capitolo Malesia e dunque di non parlarne più. Eppure i giornalisti fanno il loro lavoro, cercano di strappargli ancora qualche parola, e la tensione inevitabilmente sale alle stelle: «Vi ho detto che voglio parlare solo del futuro, non capisco perché continuiate con queste domande». L'unica critica che Jorge rivolge all'altro lato del suo box è indiretta, velata: «In tutti i fatti della vita parlando con persone diverse si ottengono versioni diverse – commenta il pilota spagnolo – Io cerco sempre di rispettare gli avversari, di essere il più sportivo possibile, e quando commetto un errore mi scuso. Questo è molto importante». Come a rimproverare Valentino di non essersi scusato, per un errore che del resto il Dottore non ritiene di avere commesso.

Nessun dietrofront

Un'ora dopo, a debita distanza, nell'hospitality della Honda, parla anche l'altro spagnolo, Marc Marquez. Il suo aspetto è quello consueto: sorridente, rilassato, sbarazzino. Ma anche nel suo caso l'apparenza inganna. Il campione del mondo uscente, infatti, si rifiuta perfino di fare un passo indietro. «Non posso e non voglio riparlarne, ma non cambio idea – sostiene il giovane spagnolo – L'unica cosa di cui mi dispiace, per il mio team, è non aver concluso quella gara. Ma per quanto riguarda il mio comportamento, non mi pento di nulla. Ho solo cercato di dare il massimo, come in ogni gara e come chiunque fa nel suo lavoro. E lo farò anche questo weekend». Qualche crepa nella sua grinta granitica il due volte iridato la mostra solo quando gli si chiede un bilancio dell'ultima settimana e, più in generale, della sua prima stagione in cui non trionferà in MotoGP: «È stata un'esperienza dura, non è facile per un pilota di 22 anni finire in questa situazione – confessa Marquez – Ma tutta la stagione mi ha insegnato molte lezioni preziose per il futuro. Per esempio che a volte un terzo o un quarto posto è una buona posizione, per il campionato. E che la stagione è molto lunga: noi siamo partiti male, nelle prime tre gare la moto non era perfetta e se fossi riuscito a gestire meglio la situazione forse avrei potuto lottare per il titolo. Ma ci riproverò l'anno prossimo». Stavolta, si spera, con ben altri mezzi.