25 aprile 2024
Aggiornato 17:00
I pompieri federali spengono il fuoco

Il diktat della Federmoto: «Ora basta polemiche»

L'atteso meeting tra piloti, team manager e organizzatori del campionato è durato appena cinque minuti. Il tempo di richiamare tutti all'ordine: «Vietato parlare ancora dell'incidente di Sepang, ora pensate solo alla gara di domenica». Tifosi compresi

VALENCIA – Non si vedeva l'ora che arrivassero le 15.30, l'ora della riunione al cospetto della Commissione permanente, formata dai rappresentanti di Federazione Internazionale e Dorna, Vito Ippolito e Carmelo Ezpeleta, rispettivamente presidente federale e Ceo dell'organizzatore. Riunione che è durata sì e no cinque minuti. Il tempo di dire ai piloti della MotoGP e ai loro team manager che questo è lo sport più bello del mondo, di non rovinarlo e di smettere di parlare di Sepang.

Abbassate I toni
Non sembrava una mossa risolutiva, ma per oggi la tregua imposta dai caschi blu delle istituzioni ha retto, apparentemente, piuttosto bene. I tre hanno smesso di punzecchiarsi, aperto alla possibilità di un futuro chiarimento, ma soprattutto hanno fatto appello ai propri tifosi perchè nei prossimi giorni si comportino in modo esemplare. Cioè godendosi questa ultima gara dell'anno tifando per i propri idoli senza però cadere in brutture calcistiche. Finalmente un appello positivo, a tifare pro e non contro, a divertirsi e a godersi l'eccezionalità della posta in gioco e dell'evento. Importante, importantissimo anche perchè sembra che (nonostante da tempo i biglietti siano finiti, i pass stampa esauriti, di posti in hotel non ce ne siano più) oltre 50 mila persone proveranno comunque ad accorrere al circuito intitolato a Ricardo Tormo, un pilota valenciano, che era dolce, bravo e sfortunato.

Ritorno a casa
Era il minimo che potessero fare, direte. Certo, sicuro. Ma l'averlo fatto è un passo, è qualcosa, è, si spera, un inizio. Devono averlo capito, dopo un paio di giorni di relativa tranquillità mediatica, che era ora di ritornare a quella straordinaria normalità che sono le corse, i suoi valori, la sua storia. Credo abbia aiutato il ritrovare il paddock, il villaggio nomade delle corse europee, quello che una volta si chiamava «Continental Circus». Quell'ambiente familiare, fatto di camion officina, uffici, hospitality. Ma soprattutto di molta gente che in Malesia non c'era e che non capiva, non voleva quell'aria cattiva che soffiva tra le tende e i bilici. Anche questa energia positiva generale, coi piloti non più arroccati nei loro fortini fisici e psicologici, finalmente di nuovo nel proprio habitat, deve avere influito.

Approcci differenti
Sperando che questo vaccino di pace serva davvero per iniziare la guarigione, va detto che il più teso è sembrato Jorge Lorenzo, ma credo più per via del suo carattere. Perchè in fondo era appena arrivata la notizia che confermava che Rossi partirà dall'ultima posizione, quindi per lui una cosa positiva. Sente la pressione, anche se sostiene che vincere sarebbe un regalo, ed eventualmente non riuscici una conseguenza della sua stagione: non può però negare di partire favorito, il che significa il divieto di commettere qualsiasi errore. Il maiorchino ha comunque chiesto scusa per il gesto del pollice verso sul podio di Sepang e confermato la sua intenzione di continuare a correre con la Yamaha e di non volere un muro tra i due lati del box. Marquez torna a recitare la sua parte migliore: cerca di tornare quel fenomeno discolo e sorridente che era, anche se mostra la sua durezza continuando a sostenere il suo punto di vista. Stavolta però dovrebbe partire fin da subito libero di affrontare la gara per vincere, per fare il meglio davanti al suo pubblico. E Rossi? Valentino fa buon viso a cattivo gioco: non ha scelta, deve provarci e basta. poi si vedrà. Questo potrebbe essere il suo unico vantaggio: niente pressioni, niente tattiche. Tutto da guadagnare, più nulla da perdere.