18 agosto 2025
Aggiornato 13:30
Calcio | Serie A

Berlusconi stufo: Inzaghi, ora basta

Ormai anche la pazienza del presidente sembra essere agli sgoccioli. Il Milan di Pippo Inzaghi continua a deludere e le parole del tecnico confermano la sua inadeguatezza al ruolo. Decisiva la partita contro il Verona di sabato prossimo, altrimenti è pronto Tassotti.

MILANO - L’emblema della sconfitta di Pippo Inzaghi sta tutto nelle continue contraddizioni a cui va incontro, partita dopo partita. Lo avevamo lasciato alla vigilia di Chievo-Milan dissertare con prosopopea del concetto di continuità, unica vera chiave per il rilancio del Milan. Lo abbiamo ritrovato nella conferenza stampa del post partita, dopo aver rimediato un altro squallido pareggio e aver cambiato modulo in corsa almeno tre volte, balbettare qualche scusa di circostanza e alla fine andare via risentito alla legittima richiesta di spiegazioni di un collega. 

INZAGHI INSISTE - La verità è che Filippo Inzaghi in questo Milan ci crede per davvero. Ed è questa forse la perversione maggiore. Quando insiste sul fatto che la squadra ha fatto il massimo, che si sono visti segnali di miglioramento ma che purtroppo è difficile imporre il gioco contro il Chievo, che il gruppo lo segue e che la colpa è tutta degli infortuni, lui ne è convinto. Ecco perché sbotta offeso e lascia la conferenza stampa se qualcuno si azzarda a fargli notare che probabilmente il suo castello di carte sta per essere spazzato via da un inevitabile vento di burrasca.

ROSA COSTRUITA MALE MA NON INFERIORE AL CHIEVO - A questo punto anche Silvio Berlusconi e Adriano Galliani sembrano sul punto di non poterne più, irritati di continui riferimenti alla presunta mediocrità della rosa. La verità è che a Milanello si allenano tantissimi calciatori che sarebbero titolari nel 90% delle squadre di serie A e forse è vero che ci sono lacune a centrocampo ma sulla carta il Milan vale 4 volte il Chievo (solo per citare l’ultima desolante prestazione rossonera) eppure sul campo è sembrato il contrario.

NON È UN PROBLEMA DI CONDIZIONE ATLETICA - Al di là della sconfortante mancanza di gioco e di un briciolo di creatività tattica nella gestione della manovra offensiva, la cosa che desta maggiore preoccupazione nei tifosi sempre più depressi è che i calciatori del Milan in campo passeggiano.
Inutile però appellarsi alla preparazione atletica. Come insegnato tutti coloro che hanno giocato a calcio a livelli importanti, le gambe girano se la testa è tranquilla. È evidente che non si tratti di un problema di condizione fisica, quanto piuttosto di un generale stato di avvilimento che, partito da un Inzaghi sempre più impotente di fronte ad una situazione più grande di lui, sembra aver contagiato tutti a Milanello, dal mister fino all’ultimo dei magazzinieri. Ecco perché a questo punto appare inevitabile dare un taglio netto a quanto visto sinora, liberare Inzaghi dal fardello più pesante mai dovuto portare nella sua vita e concedere a calciatori del Milan l’opportunità di ricominciare a giocare con leggerezza e con una ritrovata serenità mentale da qui fino alla fine del campionato. 

In attesa di un allenatore vero per la prossima stagione, capito Berlusconi e Galliani?