Totti: La Roma non è competitiva
Il capitnao giallorosso: In questo momento non siamo competitivi come Juventus, Milan e Inter, siamo un pochino al di sotto. Da qua ad agosto spero che si facciano acquisti importanti, che ci possano dare un aiuto per stare con le big
BRUNICO - «In questo momento non siamo competitivi come Juventus, Milan e Inter, siamo un pochino al di sotto. Da qua ad agosto spero che si facciano acquisti importanti, che ci possano dare un aiuto per stare con le big».
LA SPERANZA E' L'ULTIMA A MORIRE - Francesco Totti, dal ritiro della Roma a Riscone di Brunico, non illude i tifosi giallorossi e spera di vivere una stagione da protagonista: «E' vero che Sabatini ha detto che non ci saranno grandi acquisti, ma la speranza è l'ultima a morire. Spero - prosegue il capitano romanista - che non sia un anno di transizione. Anche perché, conoscendo la piazza, non so se sia disposta come noi ad aspettare un altro anno. Un anno di transizione non va bene a me e alla società. Su chi punto per la prossima stagione? Su Osvaldo che, per caratteristiche e valore tecnico, è un calciatore che può fare la differenza».
ZEMAN E LA PREPARAZIONE FISICA - A tredici anni di distanza, Totti ha ritrovato Zeman e i suoi metodi di allenamento: «Un po' di affanno ce l'ho ancora - ammette il capitano - è faticoso lavorare con lui, ma sapevo a cosa andavo incontro. Si svolge un lavoro pesante, duro, diverso, che ci aiuterà durante il campionato. Dal punto di vista fisico staremo benissimo. L'allenatore in una squadra è importante fino a un certo punto, poi in campo vanno i calciatori. La mia posizione in campo? Il ruolo di attaccante esterno non è definitivo, vediamo come valuterà il mister e chi giocherà: da esterno, però, è dura perché in quel ruolo pretende si facciano tanti tagli in profondità e io non ho queste caratteristiche».
LA SOCIETÀ E' SOLIDA - Infine una battuta sulla proprietà americana: «Se la società è solida? Penso di sì, anche se da lontano penso che loro diano un grande contributo alla squadra. I Sensi stavano sempre vicino alla squadra perché vivono a Roma. Penso che gli americani ti diano comunque tutto quando chiedi».